2010-06-08 14:29:47

Messaggio Cei ai sacerdoti che operano in Italia a conclusione dell'Anno Sacerdotale


“Gratitudine, conversione, incoraggiamento”: le tre parole che riassumono il senso del messaggio rivolto dalla Conferenza episcopale italiana ai presbiteri, in vista della prossima chiusura dell’Anno sacerdotale. “Il nostro primo pensiero è sempre per voi, e lo è stato ancora di più in questi mesi”, scrivono i presuli. “Incalzati da accuse generalizzate, che hanno prodotto amarezza e dolore e gettato il sospetto su tutti, abbiamo pregato e invitato a pregare per voi. Non sono mancate occasioni di ascolto e di dialogo per condividere la grazia e la benedizione del ministero ordinato. Ora, tutti insieme vogliamo esprimervi la nostra cordiale stima e vicinanza, ispirata dalla comune responsabilità ecclesiale”. Quindi anzitutto una parola di gratitudine: “Noi siamo fieri di voi! Il bene che offrite alle nostre comunità nell’esercizio ordinario del ministero è incalcolabile e, insieme ai fedeli, noi ve ne siamo grati”. Poi una parola di invito alla conversione e penitenza: “La vocazione alla santità ci spinge a non rassegnarci alle fragilità e al peccato”. L’appello accorato di Gesù venite a me!... rimanete in me!... seguitemi! è “un imperativo per tutti”, aggiungono i vescovi italiani. “Questa irresistibile sollecitazione ci commuove e ci spinge ad andare avanti, ci aiuta a non adagiarci sulle comodità, a non lasciarci distogliere dall’essenziale, a non rassegnarci a ciò che è solo abituale nel ministero”. “La Chiesa ci affida il Vangelo che illumina i nostri passi, corregge le nostre derive, ispira i pensieri e i sentimenti del cuore e sostiene il desiderio di bene presente nell’animo di ciascuno. Accogliamo con gioia la sua parola di speranza e di verità, desiderosi di lasciarci educare da lui”. Infine una parola di incoraggiamento: il Signore “non ci ha promesso una vita facile, ma una presenza che non verrà mai meno. Senza di lui siamo nulla e non possiamo fare niente; dimorando in lui i nostri frutti saranno abbondanti e duraturi. La sua compagnia non ci mette al sicuro dagli attacchi del maligno – sottolineano i presuli - né ci rende impeccabili, ma ci assicura che il male non avrà mai l’ultima parola, perché chi si fa carico del proprio peccato può sempre rialzarsi e riprendere il cammino”. (A cura di Roberta Gisotti)RealAudioMP3








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