2010-06-08 14:38:38

Cipro e l'incoraggiamento del Papa a essere un cuore solo e un'anima sola. Intervista a padre Umberto Barato


Una visita che ha lasciato un segno nei cuori dei cattolici e che certamente lo lascerà anche nel cuore dei tanti cristiani interessati al dialogo ecumenico. E’ questo uno dei sentimenti più diffusi nell’Isola di Cipro, dopo la recente visita apostolica di Benedetto XVI. Un sentimento pienamente condiviso anche da padre Umberto Barato, vicario patriarcale dei Latini a Cipro, che nell’intervista di Fabio Colagrande esprime le impressioni ricavate dall’incontro della comunità ecclesiale cipriota con il Papa:RealAudioMP3

 

R. - E’ stata una visita breve e, allo stesso tempo, lunga. Breve perché il tempo era limitato, ma lunga perché in questi avvenimenti il tempo sembrava essersi fermato. Il Papa, in tutti i luoghi dove è stato, ha dato un accento semplice e, allo stesso tempo, commovente e sentito da tutti. Questa è la mia impressione. Il Papa ha dato la sua parola - vorrei dire - prudente, ma anche decisa in certi punti, riguardo soprattutto alla vita sociale, alla vita politica e alla vita della nostra comunità, dato che il motto della visita era preso dagli Atti degli Apostoli: "La comunità dei fedeli era un cuore solo ed un’anima sola". Con questo in mente, il Santo Padre è riuscito a dare veramente questo senso di unità, di partecipazione comune agli eventi e soprattutto alla liturgia finale di domenica.

 

D. - Quale incoraggiamento ha dato Benedetto XVI alle minoranze cattoliche locali, quella latina, quella maronita e quella armena?

 

R. - Soprattutto ai maroniti che stanno dall’altra parte, al nord dell’isola, ha offerto un momento di speranza e di fiducia per una soluzione del problema di Cipro, in modo che tutti possano essere riuniti e vivere insieme, come era prima. Ma poi ha dato anche una parola di incoraggiamento e di consolazione alle migliaia di immigrati che sono qui e che formano le nostre comunità, essendo la comunità latina molto esigua e che va spegnendosi un po’ alla volta. Il Papa anche a loro ha portato una parola di incoraggiamento proprio perché vivono lontani dalle famiglie, invitandoli a restare qui in questo Paese, che è un Paese cristiano: questo fa sì che abbiano una vita più facile che non in altri Paesi.

 

D. - Parlando nella Chiesa della Santa Croce, il Papa ha anche invitato i religiosi e i sacerdoti che sono in Medio Oriente a non scoraggiarsi nonostante la fuga di tanti cristiani e a restare in quelle terre. Un appello importante...

 

R. - Sì. Questo è rivolto soprattutto al Medio Oriente, perché lì rappresenta un problema molto grave. La Custodia in Terra Santa ha fatto dei passi molto importanti per cercare di trattenere i cristiani nella terre di Palestina, di Giordania e di altri Paesi. Qui, a Cipro, non c’è questo problema. A Cipro, il Papa ha cercato di dare impulso alla nostra fede per essere testimoni presso gli altri, presso tutti del Vangelo di Cristo e della persona di Cristo.

 

D. - Che impulso ha dato l’incontro tra il Papa e l’arcivescovo Chrisostomos II alla comunione ecclesiale con gli ortodossi nell’isola di Cipro?

 

R. - Penso sia stato un segno venuto da Dio. Qui, c’è la buona volontà ad accostarci, di parlarci, di dialogare. Sia il presidente Christofias, così come l’arcivescovo Chrisostomos hanno espresso il loro desiderio di continuare in questo dialogo ed anche in questa - possiamo dire - riconciliazione tra la comunità di Cipro e la Chiesa cattolica. E’ un piccolo passo, ma è un passo in avanti che può darsi abbia influenza non soltanto nelle Chiese di Cipro, ma magari anche in altre Chiese ortodosse.








All the contents on this site are copyrighted ©.