Accordo Turchia-Russia sul nucleare. L'Onu vota sanzioni contro Teheran
È di almeno 15 feriti il bilancio dell'esplosione di un ordigno avvenuta stamani a
Istanbul. Tra i feriti ci sono diversi agenti di polizia che viaggiavano sul veicolo
preso di mira dagli attentatori, e alcuni passanti. È accaduto stamane, proprio mentre
nella capitale turca, Turchia e Russia hanno firmato un accordo di cooperazione in
campo nucleare. Dell’accordo ma soprattutto delle prospettive sempre più concrete
di sanzioni all’Iran in tema di nucleare, ci parla nel servizio Fausta Speranza:
Firmatari
dell’accordo sono esponenti dell'Agenzia per l'Energia Atomica turca (Taek) e del
servizio federale russo per la supervisione Ecologica, Tecnologica e Nucleare. Ma
a presenziare c’erano il premier turco Erdogan e quello russo Putin. In sostanza si
prevede lo scambio di informazioni e know-how su impianti nucleari. Ma il tema del
nucleare riporta subito al braccio di ferro in corso tra la comunità internazionale
e l’Iran. Putin da Istanbul ammette che “è stato praticamente trovato” un accordo
per un progetto di risoluzione che prevede sanzioni all'Iran per il suo programma
nucleare. Sottolinea che non dovrebbero essere misure “eccessive”. Il punto è che
il Consiglio di Sicurezza dell'Onu tornerà in giornata a riunirsi a New York per discutere
il dossier nucleare iraniano. Un dibattito prima del voto sul testo di Risoluzione
che prevederebbe nuove sanzioni contro la Repubblica islamica. I cinque Paesi con
potere di veto (Usa, Gb, Francia, Russia e Cina) si sono accordati su una prima versione
della risoluzione che dovrebbe passare. Qualcuno sottolinea che oltre al Brasile,
anche Turchia e Libano, coinvolti nella nuova crisi in Medio Oriente, voteranno 'no'
o punteranno ad un'astensione. Al momento, di certo c’è la dichiarazione del presidente
iraniano: se verranno approvate sanzioni internazionali contro l'Iran non vi sarà
alcun negoziato sul nucleare. Ahmadinejad, poi, aggiunge che “la Russia dovrebbe fare
molta attenzione a non schierarsi con i nemici dell'Iran”. Ma di questo ne potranno
parlare direttamente i due leader in giornata visto che si incontreranno a Istanbul
in una conferenza di Paesi asiatici (Cica).
Sulle dichiarazioni
di Ahmadinejad, Giada Aquilino ha intervistato Antonello Sacchetti,
autore di numerosi libri sulla realtà iraniana:
R.
– Ha un significato politico, un significato anche molto chiaro, nel senso che non
dobbiamo dimenticare che la premessa a questo è stato l’accordo a tre fra Turchia,
Iran e Brasile, per quanto riguarda appunto il programma nucleare. Si trattava di
un accordo che, se non fosse stato presentato da Ahmadinejad, avremmo detto tutti
che era un ottimo accordo, perché in sostanza ricalca quello che la bozza dell’Aiea
aveva presentato il 1 ottobre 2009, con una variante significativa cioè il fatto che
nel frattempo l’arricchimento dell’uranio è continuato e in questa bozza di accordo
non è prevista la sospensione dell’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran. E'
tuttavia un primo passo e anche un primo passo piuttosto significativo. Nel frattempo,
il fatto che, nonostante tutto questo, all’Onu si parli di nuovo di sanzioni è un
messaggio fortemente critico nei confronti dell’Iran. Sembra che si torni a parlare
di una quarta ondata di sanzioni che sarebbero ancora più pesanti nel contesto internazionale
economico, che è difficile per tutti.
D.
– A questo punto la Russia con Putin ha sottolineato che eventuali sanzioni non dovrebbero
essere eccessive nei confronti dell’Iran. A chi si rivolge Putin? Qual è la posizione
della Russia?
R. – Io credo che Putin
si rivolga essenzialmente agli Stati Uniti, nel senso che non avallando in pieno la
linea di Obama e della Clinton cerca di dare anche un messaggio politico molto chiaro.
Anche perché gli Stati Uniti, non dobbiamo dimenticare che, proprio da quell’accordo
sono rimasti un pò spiazzati, perché appunto si è trattato di un accordo che poi rimescola
anche le carte da un punto di vista politico. La cosa interessante in questo contesto,
e non solo riferita a questo accordo, è il nuovo ruolo della Turchia, per esempio.
D.
– In un periodo in cui la Turchia è coinvolta anche nella crisi a Gaza...
R.
– La Turchia sta trovando un nuovo ruolo in Medio Oriente, dopo che in pratica ha
trovato chiuse le porte dell’Europa. Questo nuovo atteggiamento nei confronti della
questione palestinese e anche nei confronti dell’Iran è qualcosa di completamente
nuovo rispetto agli ultimi decenni, non soltanto agli ultimi anni.