2010-06-06 14:28:39

Padre Lombardi sul viaggio a Cipro: un bilancio oltre le attese


Per un bilancio del viaggio del Papa a Cipro, ascoltiamo il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Adriana Masotti:RealAudioMP3

 

R. – E’ una valutazione estremamente positiva, che viene ad aggiungersi anche ai due viaggi precedenti. Una cosa che colpisce è che nel giro di poco più di un mese e mezzo abbiamo avuto tre viaggi all’estero del Papa, tutti e tre coronati direi da grandissimo successo, rispetto agli obiettivi che si potevano attendere e anche al di là di essi. Mi pare che i grandi risultati si possano notare nel campo ecumenico. Proprio questo abbraccio di pace durante la Messa, questa mattina, tra il Papa e Chrysostomos, è il simbolo di questo incontro che segna un passo ulteriore sulla lunga strada dell’ecumenismo, ma con una Chiesa, come quella di Cipro, che pur essendo piccola numericamente è molto significativa nel movimento ecumenico, soprattutto nell’ambito ortodosso, e molto ricca di iniziative, e che quindi si è sentita certamente incoraggiata e onorata dalla presenza, dall’attenzione del Papa con questa visita specifica, proprio nella sua dignità di Chiesa che cammina alla ricerca dell’unità, pure nella fedeltà alle radici, che per questa Chiesa sono antichissime e risalgono a Barnaba e Paolo e al loro primo viaggio apostolico. Quindi, questo incontro con la Chiesa ortodossa è certamente positivo. Le contestazioni di cui si è parlato qualche volta sono rimaste assolutamente marginali, direi insignificanti in un bilancio globale. Poi è stato certamente un evento assolutamente storico per la comunità cattolica cipriota, nelle sue diverse componenti, con momenti molto belli, entusiasmanti: l’incontro presso la suola maronita, con un momento di festa, di canti, di manifestazioni culturali, la Messa nella Chiesa della Santa Croce e poi stamattina la grande Messa, in cui ci sono state 8500 comunioni, il che vuol dire che erano presenti almeno 10 mila cattolici, che sono una parte sostanziale, la maggior parte, si può dire tranquillamente, dei cattolici presenti sull’isola. Certo non hanno mai potuto vivere un momento di unione e di entusiasmo, di mutuo sostegno nella fede, come quello di questa mattina, in cui hanno avuto addirittura al centro il Pastore universale ad incoraggiarli, ad invitarli, a vivere la comunione. Tra l’altro, il Papa faceva rilevare che è proprio la festa del Corpo e Sangue di Cristo, quindi la festa dell’Eucaristia che manifesta la comunione, costruisce la comunione nella Chiesa. E anche dal punto di vista del popolo di Cipro in generale, e anche delle sue autorità, il viaggio è stato molto ricco ed espressivo. Le autorità, sia quelle politiche, sia quelle religiose, hanno fatto presente con molta forza le loro attese, i loro problemi, connessi anche alla situazione di divisione dell’isola, di rischio di perdita del patrimonio culturale cristiano e così via. Lo hanno fatto con molta chiarezza, approfittando anche dell’occasione di avere un ospite così importante. Il Papa ha risposto da par suo con grande equilibrio e con chiarezza, sostenendo quelli che sono i principi fondamentali della convivenza: il rispetto dei diritti della persona umana e il diritto di poter tornare ai propri luoghi originari, essere in comunicazione con essi per coloro che li hanno dovuti lasciare, il diritto alla libertà religiosa, alla libertà di coscienza, alla libertà di culto. Ecco, quindi, in modo molto pacato il Papa ha saputo dimostrare la sua sensibilità a questi problemi e anche le vie attraverso cui si possono superare, così come negli appelli di pace per la regione del Medio Oriente. Alla conclusione della Messa c’è stato un appello molto esplicito proprio per la pace nel Medio Oriente e l’impegno di tutti in questa direzione. Tra l’altro, la venuta del Papa, e l’aver scelto Cipro come luogo del lancio del Sinodo del Medio Oriente, ha dato grandissima dignità all’isola in se stessa come crocevia, come punto di incontro, come luogo dove si può convenire da tutti i vari Paesi del Medio Oriente. Quindi, la dignità, l’importanza storica, culturale, religiosa di quest’isola è stata affermata nei fatti dal Papa e dalla Chiesa cattolica con grande evidenza, proprio approfittando di questo viaggio.

 

 

D. – Alla Messa erano presenti tutti i patriarchi e numerosi vescovi delle Chiese del Medio Oriente e il Papa ha consegnato loro l’Instrumentum laboris. L’importanza di questo momento...

 

 

R. – Il Sinodo è la risposta principale che in questi mesi il Papa cerca di dare ai problemi dei cattolici e dei cristiani nel Medio Oriente, che sono problemi molto gravi. Sappiamo quante violenze essi subiscono, quanto rischio di essere costretti all’emigrazione, ad abbandonare queste terre fondamentali per la nostra fede. E allora il Sinodo è chiamare insieme le diverse componenti, che sono molte, della Chiesa cattolica nel Medio Oriente, per ridarle forza, dignità, entusiasmo nello svolgere in questa terra la sua testimonianza e la sua missione, anche se in condizioni di minoranza. Ora la consegna, qui in terra di Medio Oriente, dello strumento fondamentale, su cui ci si misurerà poi nel corso dei prossimi mesi di preparazione e nel corso del Sinodo stesso ad ottobre in Roma, segna una tappa fondamentale. E quindi direi che questo sia proprio un momento molto importante, che guarda in avanti. Non è un viaggio che si conchiude in sé, ma anzi, un viaggio che apre un grande discorso della Chiesa cattolica e delle Chiese cristiane in favore del Medio Oriente, guardando avanti al Sinodo, che è una grande riunione, con delle discussioni, ma che speriamo sia anche l’inizio di una strada di impegno, di rinnovamento, di azioni concrete. Quindi, un avvio di un grande movimento che prende le mosse da questi giorni di Cipro. Vorrei notare purtroppo un’assenza nella Messa di questa mattina, che è stata notata anche dal Papa: l’assenza di mons. Padovese, che doveva essere presente e rappresentare la Turchia. Lui non c’era, non c’era nessun rappresentante della Turchia, che però è estremamente presente: come lui è nella nostra preghiera, nella nostra solidarietà spirituale, nel nostro impegno.








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