2010-06-06 14:39:32

Il Papa consegna l'Instrumentum laboris: accorato appello per il Medio Oriente. Solo Cristo abbatte ogni barriera


Un appello per uno sforzo internazionale urgente per risolvere le tensioni nel Medioriente: lo ha rivolto Benedetto XVI al termine della Messa celebrata stamani presso il Palazzo dello Sport di Nicosia dove erano presenti circa 10 mila persone. Una trentina i vescovi e tutti i patriarchi del Medioriente hanno partecipato alla Messa a cui non ha potuto esserci mons. Padovese, ucciso giovedì scorso in Turchia e ricordato dal Papa. Benedetto XVI ha citato anche il sacerdote polacco Popieluszko, martire sotto il regime comunista polacco e da oggi beato. Il servizio della nostra inviata, Adriana Masotti:RealAudioMP3

 

(canto) 

 

E’ colmo il Palazzo dello sport di Nicosia e estremamente variegato per le tante etnie, nazionalità e appartenenze ecclesiali: ci sono anche fedeli venuti dal Libano, dalla Giordania e tanti immigrati soprattutto filippini e dello Sri Lanka e africani a cui, nell’omelia, Benedetto XVI invia un saluto particolare. Il Papa celebra alla presenza di tutti i patriarchi e di numerosi vescovi del Medio Oriente. E’ presente anche l’arcivescovo ortodosso Chrysostomos II che ha scambiato l’abbraccio con Benedetto XVI. La liturgia è quella della Solennità del Corpo e Sangue di Cristo. E il Papa spiega che la realtà del Corpus Christi ci fa meglio comprendere il mistero della comunione che lega tutti coloro che appartengono alla Chiesa. Tutti quelli che si nutrono del corpo e sangue di Cristo nell’Eucaristia sono riuniti dallo Spirito Santo in un solo corpo per formare l’unico popolo santo di Dio. E’ ciò che Sant’Agostino spiega facendo l’esempio del pane che si prepara a partire da numerosi grani. E prima che questi grani diventino pane devono essere macinati. Così dice il Papa è necessario avvenga anche per i cristiani: 



"Chacun de nous qui appartenons à l’Eglise a besoin de sortir du monde...

“Ciascuno di noi che apparteniamo alla Chiesa ha bisogno di uscire dal mondo chiuso della propria individualità ed accettare la compagnia di coloro che condividono il pane con lui. ... Abbattere le barriere tra noi e i nostri vicini è prima premessa per entrare nella vita divina alla quale siamo chiamati”.

 

 

Abbiamo bisogno di essere liberati da tutto quello che ci blocca e ci isola: timore e sfiducia gli uni verso gli altri, avidità ed egoismo, mancanza di volontà di accettare il rischio della vulnerabilità alla quale ci esponiamo quando ci apriamo all’amore. Noi che ci nutriamo dell’Eucaristia, continua il Papa, siamo il suo corpo adesso sulla terra e cita santa Teresa d’Avila, che diceva: noi siamo gli occhi con i quali lui guarda chi è nel bisogno, siamo le mani che egli stende per benedire e per guarire, siamo i piedi dei quali si serve per andare a fare il bene, e siamo le labbra con le quali il suo Vangelo viene proclamato. Noi, perciò, non facciamo memoria di un eroe morto prolungando ciò che egli ha fatto: Cristo è vivente in noi! 



"En nous nourissant de Lui dans l’Eucharistie et en accueillant l’Esprit Saint ...

“Nutrendoci di Lui nell’Eucarestia e accogliendo lo Spirito Santo nei nostri cuori, diventiamo veramente il corpo di Cristo che abbiamo ricevuto, siamo veramente in comunione con lui e gli uni con gli altri, e diveniamo autenticamente suoi strumenti, rendendo testimonianza a lui davanti al mondo”.

 

 

Benedetto XVI traccia le caratteristiche della prima comunità cristiana: La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola”. Ma il loro amore non era limitato verso agli amici credenti, essi si sentivano messaggeri della buona notizia inviati fino ai confini della terra. Oggi siamo chiamati, come loro, ad essere uniti ed ad essere suoi testimoni dinnanzi al mondo. 



"We are called to overcome our differences, to bring peace and reconciliation…

“Siamo chiamati a superare le nostre differenze, a portare pace e riconciliazione dove ci sono conflitti, ad offrire al mondo un messaggio di speranza. Siamo chiamati ad estendere la nostra attenzione ai bisognosi, dividendo generosamente i nostri beni terreni con coloro che sono meno fortunati di noi. E siamo chiamati a proclamare incessantemente la morte e risurrezione del Signore, finché egli venga”.

 

 

Al termine della Messa il momento della consegna da parte del Papa ai patriarchi e ai vescovi del documento preparatorio al prossimo Sinodo per il Medioriente, l’“Instrumentum laboris”. Benedetto XVI ha voluto subito ricordare all’inizio del suo discorso il contributo che il vescovo Luigi Padovese, presidente della Conferenza episcopale turca, ha dato alla preparazione del documento. 



News of his unforeseen and tragic death on Thursday surprised and shocked…

La notizia della sua morte improvvisa e tragica, avvenuta giovedì, ha sorpreso e colpito tutti noi. Affido la sua anima alla misericordia di Dio onnipotente, ricordando quanto egli si impegnò, specialmente come Vescovo, per la mutua comprensione in ambito interreligioso e culturale e per il dialogo tra le Chiese. La sua morte è un lucido richiamo alla vocazione che tutti i cristiani condividono ad essere, in ogni circostanza, testimoni coraggiosi di tutto ciò che è buono, nobile e giusto”.

 

 

Il Medio Oriente ha un posto speciale nel cuore di tutti i cristiani, ha proseguito il Papa, perché lì ha avuto inizio la storia della salvezza e anche ora che il messaggio del Vangelo si è diffuso in tutto il mondo, i cristiani da ogni luogo continuano a guardare al Medio Oriente con speciale riverenza. L’Assemblea dei vescovi desidera incrementare l’unità tra le Chiese e incoraggiare i cristiani di quelle terre nella testimonianza della fede, che avviene spesso in situazioni difficili: 



"L’Assemblée Spéciale est une opportunité pour les Chrétiens du reste du monde …

L’Assemblea Speciale è un’occasione per i cristiani del resto del mondo di offrire un sostegno spirituale e una solidarietà per i loro fratelli e sorelle del Medio Oriente. E’ un’occasione per porre in risalto il valore importante della presenza e della testimonianza cristiane nei Paesi della Bibbia, non solo per la comunità cristiana a livello mondiale, ma ugualmente per i vostri vicini e concittadini”.

 

 

E ricorda il contributo offerto dai cristiani alle loro società ad esempio attraverso l’educazione, e l’assistenza a poveri e malati: 



"Vous désirez vivre en paix et en harmonie avec vos voisins juifs et musulmans. …

Voi desiderate vivere in pace ed in armonia con i vostri vicini ebrei e mussulmani. Spesso agite con artigiani della pace nel difficile processo di riconciliazione. Voi meritate la riconoscenza per il ruolo inestimabile che rivestite. E’ mia ferma speranza che i vostri diritti siano sempre più rispettati, compreso il diritto alla libertà di culto e la libertà religiosa, e che non soffriate giammai di discriminazioni di alcun tipo”.

 

 

E ancora Benedetto XVI si augura che i lavori sinodali richiamino l’attenzione della comunità internazionale sulla condizione di quei cristiani in Medio Oriente, che soffrono a causa della loro fede: 



"On this grave matter, I reiterate my personal appeal …

In merito a questa grave questione, ripeto il mio appello personale per uno sforzo internazionale urgente e concertato al fine di risolvere le tensioni che continuano nel Medio Oriente, specie in Terra Santa, prima che tali conflitti conducano a uno spargimento maggiore di sangue”.





Nelle parole pronunciate prima della preghiera mariana dell’Angelus, Benedetto XVI ha ricordato che proprio attraverso il pronto sì di Maria all’invito a divenire la Madre di Dio, la speranza della storia è divenuta una realtà, l’Unico che Israele aveva da lungo atteso venne dentro la nostra storia. Una speranza che per lei deve essere stata difficile mantenere, piangente, ai piedi della Croce. In quel momento avrebbe ripensato alle parole dell'Angelo e nella desolazione del Sabato Santo la certezza della speranza la sostenne fino alla gioia della mattina di Pasqua. Anche noi, suoi figli, ha concluso il Papa, viviamo nella stessa fiduciosa speranza che la Parola fatta carne nel seno di Maria, mai ci abbandonerà. Alla fine il Papa ha pronunciato alcune parole in polacco a proposito dell’odierna beatificazione di Jerzy Popiełuszko, sacerdote e martire: 

 

"Serdeczne pozdrowienie kieruję do Kościoła w Polsce ...

“Rivolgo un cordiale saluto alla Chiesa in Polonia, che oggi gioisce dell’elevazione agli altari del padre Jerzy Popiełuszko. Il suo zelante servizio e il martirio sono particolare segno della vittoria del bene sul male. Il suo esempio e la sua intercessione accrescano lo zelo dei sacerdoti e infiammino d’amore i fedeli laici”.

 

 

(Canto)








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