La politica sia al servizio del bene comune e ispirata dalla verità morale: così il
Papa nel Palazzo presidenziale a Nicosia
La politica al servizio del bene comune e ispirata dalla verità morale è stato il
tema al centro dell’incontro del Papa con le autorità civili e con il Corpo diplomatico
al Palazzo presidenziale di Nicosia, nel secondo giorno del suo viaggio apostolico
a Cipro. “Ciascuno di voi nella vita di pubblico servizio – ha detto - deve essere
impegnato a servire il bene degli altri nella società, a livello locale, nazionale
ed internazionale. Si tratta di una nobile vocazione, stimata dalla Chiesa. Quando
adempiuto con fedeltà, il servizio pubblico ci permette di crescere in sapienza, integralmente
e con realizzazione personale. Platone, Aristotele e gli stoici diedero grande importanza
a tale realizzazione personale – eudemonia – quale scopo per ogni essere umano, e
videro nel carattere morale la via per raggiungerlo. Per loro, e per i grandi filosofi
islamici e cristiani che hanno seguito i loro passi, la pratica della virtù consisteva
nell’agire secondo la retta ragione, nel perseguimento di tutto ciò che è vero, buono
e bello. In una prospettiva religiosa – ha proseguito - siamo membri di un’unica famiglia
umana creata da Dio, e siamo chiamati a promuovere l’unità e a costruire un mondo
più giusto e fraterno fondato su valori durevoli. Nella misura in cui adempiamo il
nostro dovere, serviamo gli altri e aderiamo a ciò che è giusto, le nostre menti divengono
più aperte alle verità più profonde e la nostra libertà si rafforza nel suo aderire
a ciò che è buono. Il mio predecessore, il Papa Giovanni Paolo II, scrisse una volta
che l’obbligazione morale non dovrebbe essere vista come una legge che si impone da
se stessa dall’esterno e che esige obbedienza, ma piuttosto come un’espressione della
sapienza stessa di Dio, alla quale la libertà umana si sottomette con prontezza (cfr
Veritatis splendor, 41). Quali esseri umani, troviamo la nostra realizzazione ultima
in riferimento a quella Realtà Assoluta, il cui riflesso trova così spesso riscontro
nella nostra coscienza come invito pressante a servire la verità, la giustizia e l’amore”.
Il
Papa ha poi sottolineato che “le relazioni personali sono spesso i primi passi per
costruire fiducia e – a tempo debito – solidi vincoli di amicizia fra individui, popoli
e nazioni. Questa – ha detto - è una parte essenziale” del ruolo, sia di politici
sia di diplomatici. “In Paesi con situazioni politiche delicate, un simile rapporto
personale onesto e aperto può essere l’inizio di un bene più grande per società e
popoli interi”. Il Pontefice ha incoraggiato i presenti “a cogliere le opportunità
offertevi, sia a livello personale sia a livello istituzionale, per costruire tali
relazioni e, così facendo, promuovere il bene più grande dell’insieme delle Nazioni”.
“Gli antichi filosofi greci ci insegnano inoltre che il bene comune viene servito
precisamente attraverso l’influenza di persone dotate di chiara visione morale e di
coraggio. In tal modo, le azioni politiche vengono a purificarsi dagli interessi egoistici
o da pressioni di parte e vengono poste su una base più solida. Inoltre, le aspirazioni
legittime di quanti rappresentiamo vengono protette e promosse. La rettitudine morale
e il rispetto imparziale degli altri e del loro benessere sono essenziali al bene
di qualsiasi società, dato che essi stabiliscono un clima di fiducia nel quale ogni
relazione umana, religiosa o economica, sociale e culturale, o civile e politica,
acquista forza e sostanza. Ma cosa significa in termini pratici – ha domandato il
Papa - rispettare e promuovere la verità morale nel mondo della politica e della diplomazia
a livelli nazionali ed internazionali? Come può la ricerca della verità recare un’armonia
più grande alle tribolate regioni della terra?”. E ha suggerito tre vie:
“Prima
di tutto, il promuovere la verità morale significa agire in modo responsabile sulla
base della conoscenza dei fatti reali. Come diplomatici, sapete per esperienza che
tale conoscenza vi aiuta a identificare le ingiustizie e le recriminazioni, così che
potete valutare in maniera spassionata le preoccupazioni di quanti sono coinvolti
in una determinata disputa. Quando le parti riescono ad innalzarsi dal proprio modo
di vedere gli eventi, acquisiscono una visione oggettiva e integrale. Quanti sono
chiamati a risolvere simili dispute sono in grado di prendere le giuste decisioni
e di promuovere una genuina riconciliazione nel momento in cui afferrano e riconoscono
la verità piena di una questione specifica”.
“Un secondo modo
di promuovere la verità morale consiste nel destrutturare le ideologie politiche che
altrimenti soppianterebbero la verità. Le esperienze tragiche del 20° secolo hanno
posto in evidenza l’inumanità che consegue dalla soppressione della verità e della
dignità umana. Anche ai giorni nostri, siamo testimoni di tentativi di promuovere
pseudovalori con il pretesto della pace, dello sviluppo e dei diritti umani. In questo
senso, parlando all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ho richiamato l’attenzione
sui tentativi di certi ambienti di reinterpretare la Dichiarazione universale dei
Diritti dell’uomo al fine di soddisfare interessi particolari, che avrebbero compromesso
l’intima unitarietà della Dichiarazione e l’avrebbero allontanata dei suoi intenti
originari (cfr Discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008)”.
“In
terzo luogo, il promuovere la verità morale nella vita pubblica esige uno sforzo costante
per fondare la legge positiva sui principi etici della legge naturale. Richiamarsi
ad essa, un tempo, era considerato evidente da sé, ma l’onda del positivismo nella
dottrina giuridica contemporanea richiede la riaffermazione di questo importante assioma.
Individui, comunità e Stati senza la guida di verità morali oggettive, diverrebbero
egoisti e senza scrupoli, ed il mondo sarebbe un luogo pericoloso per viverci. D’altra
parte, rispettando i diritti delle persone e dei popoli, proteggiamo e promuoviamo
la dignità umana. Quando le politiche che sosteniamo sono poste in atto in armonia
con la legge naturale propria della nostra comune umanità, allora le nostre azioni
diventano più fondate e portano ad un’atmosfera di intesa, di giustizia e di pace”.