Bloccata da Israele senza incidenti la nave umanitaria irlandese pro-Gaza
A pochi giorni dal blitz israeliano sul traghetto turco Mavi Marmara, tutt'altro che
archiviato col suo corredo di morti e polemiche, un'altra nave di attivisti filopalestinesi
si è spinta in direzione della Striscia di Gaza, decisa a sfidare il blocco imposto
da Israele all'enclave controllata dagli integralisti di Hamas. Si tratta di un battello
irlandese, denominato "Rachel Corrie", salpato in ritardo rispetto alla "Freedom Flotilla"
intercettata lunedì scorso. La nave è stata fermata da Israele senza incidenti. Da
Tel Aviv, però, non ci sono ancora conferme. Il servizio di Fausta Speranza:
La
tv israeliana Canale 2 ha confermato che forze militari hanno preso possesso senza
scontri della Rachel Corrie. L'abbordaggio, secondo l'emittente, è stato “pacifico”
e la nave viene ora dirottata verso il porto israeliano di Ashdod, nel sud di Israele.
I passeggeri a bordo sono incolumi. Stamani, ai giornalisti il capitano Shalicar,
dell'Ufficio stampa delle Forze armate israeliane, aveva dichiarato che se la nave
irlandese, con a bordo aiuti e attivisti filo-palestinesi, avesse continuato a puntare
verso la Striscia di Gaza, le forze israeliane “non avrebbero avuto altra scelta se
non quella di abbordare la nave”. Ma l’ufficiale aveva confermato l’impegno a contattare
l'equipaggio per chiedere di cambiare la rotta verso Ashdod. “Israele - aveva aggiunto
- non ha problemi a far attraccare la Rachel Corrie ad Ashdod e ad aiutare poi l'equipaggio
a trasferire gli aiuti a Gaza” via terra. Alle prese con le pressioni internazionali
e gli affondi sempre più duri della Turchia, Israele dunque non apre a concessioni
in tema di embargo su Gaza. Tel Aviv ha imposto severe restrizioni attorno alla Striscia
di Gaza, dopo che gli islamico-radicali di Hamas hanno assunto pieno controllo e potere,
nel 2007, con la vittoria alle elezioni a Gaza del 2006. Gli attivisti, tuttavia,
considerano illegittimo tale blocco, la cui revoca è chiesta con crescente insistenza
anche da diversi attori della comunità internazionale. Oggi, è intervenuta l'Alto
commissario dell'Onu per i Diritti umani, Navi Pillay: il blocco israeliano della
Striscia di Gaza è illegale – ha affermato - e va rimosso.
Pakistan,
i nubifragi uccidono 13 persone. Timore per l’arrivo di un uragano
Tredici
persone sono morte per il violento nubifragio che ha colpito il Pakistan e procurato
il crollo di alcune case, interruzioni di corrente elettrica e disagi nei trasporti
in particolare a Lahore, capitale della regione del Punjab nel nordest. Nelle prossime
ore, è atteso l'arrivo del ciclone tropicale Phet. Dopo aver colpito la costa dell'Oman,
l’uragano si sta dirigendo verso le provincie del Sindh e Baluchistan, a sud-ovest
del Paese. Secondo i metereologi, è ancora molto potente e potrebbe abbattersi sulla
città portuale di Karachi, la più grande metropoli packistana, con venti a oltre 100
chilometri orari di velocità. La protezione civile, l'esercito e la marina sono in
stato di massima allerta. Le autorità provinciali hanno ordinato l'evacuazione di
decine di migliaia di persone dai distretti costieri di Thatta e Badin.
Commissione
Ue: “seri progressi” dell’Ungheria, esagerazioni di un rischio "default"
Dopo
le dichiarazioni allarmate di ieri sulla situazione economica in Ungheria e il contraccolpo
sulle Borse, oggi la Commissione europea interviene ridimensionando le preoccupazioni.
E il segretario di Stato ungherese bacchetta il portavoce del governo che aveva parlato
ieri di rischio. Il servizio di Michela Altoviti:
“Le
preoccupazioni dei mercati su un default dell’Ungheria sono oggettivamente
esagerate''. E’ quanto sostiene il commissario europeo agli Affari monetari, Olli
Rehn al termine del G20 dei ministri finanziari a Busan in Corea. Ieri, il fiorino
ungherese è arrivato a perdere il 2,1% contro l'euro e i "credit default swap" sul
debito ungherese sono balzati di 69 punti base a 391,5 punti. Inoltre, il portavoce
del premier, Peter Szijjarto, ha affermato che la situazione dell’economia è grave
tanto che non risulta esagerata la previsione di un crac finanziario per il Paese.
Il commissario dell’U, Rehn, si dice invece convinto che l’Ungheria proseguirà sulla
strada della crescita che ha intrapreso, spiegando che il Paese “ha compiuto progressi
significativi negli ultimi anni per risanare i conti pubblici ed è sulla via della
ripresa, avendo ridotto il deficit di più del 5% tra il 2006 e il 2009”. E sempre
oggi, interviene anche il segretario di Stato ungherese, Mihaly Varga: il governo
di Budapest può finanziare la propria spesa, afferma, aggiungendo che le dichiarazioni
di ieri sul possibile default del Paese sono state ''sfortunate''.
Manifestazioni
oggi in Grecia contro gli annunciati tagli alle pensioni
Alcune migliaia
di persone sono scese oggi di nuovo in piazza in Grecia contro il piano di austerità
e per cercare di fermare la riforma delle pensioni che il governo si prepara a portare
in parlamento. Le manifestazioni odierne, non particolarmente massicce, sono il preludio
a un preannunciato nuovo sciopero generale, il quinto contro le misure di rigore,
quando arriverà in parlamento, verosimilmente entro la fine del mese, il progetto
di legge sulla riforma delle pensioni.
La marea nera arriva
in Florida
Frammenti di catrame sono stati rinvenuti sulla spiaggia vicino
a Pensacola, in Florida. Squadre di decontaminazione stanno effettuando controlli
lungo la costa al confine con l'Alabama per accertare se provengano dalla marea nera
della Bp. Intanto, l'ultima manovra di contenimento della perdita pare funzionare:
il tappo collocato nel braccio del pozzo nei giorni scorsi sta permettendo di raccogliere
mille barili di greggio al giorno, che comunque rappresenta un decimo di quanto fuoriesce.
L’ha annunciato la Guardia Costiera. E le critiche di Obama sono dure nei confronti
del colosso petrolifero: il presidente americano attacca la Bp per aver speso 50 milioni
di dollari in pubblicità per ricostruirsi un'immagine dopo l'incidente causato e per
non aver ancora revocato i piani che prevedono di pagare i dividendi agli azionisti.
Obama ribadisce inoltre il suo impegno ad assicurarsi che “Bp paghi ogni singolo centesimo
dovuto alla gente sulla costa del Golfo”. L’inquilino della Casa Bianca difende con
forza la sua amministrazione dalle critiche che l'accusano di aver reagito in maniera
troppo lenta al disastro. “Ci siamo mobilizzati su tutti i fronti”, dice, e precisa
che è stata organizzata in questa occasione la più imponente risposta ad un disastro
ambientale nella storia degli Stati Uniti. Oltre 1.900 navi e 20 mila persone stanno
lavorando per ripulire l’Oceano nel Golfo del Messico. Da parte sua, la Bp ha reso
noto che Tony Hayward non si occuperà più direttamente della marea nera: la gestione
delle operazioni è stata affidata a Bob Dudley.
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 156
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