2010-06-04 14:39:25

La Chiesa: giustizia per l’attivista Chebeya ucciso in Congo


La Conferenza episcopale congolese “condanna energicamente” l’uccisione di Floribert Chebeya, considerato uno degli attivisti per i diritti umani più impegnati nella Repubblica Democratica del Congo, ed esige dal governo “un’inchiesta credibile affinché venga fatta giustizia”. A questo appello dei vescovi, si associano anche l’Unione europea e l’Onu, riferisce l’agenzia Fides, che ha raccolto la testimonianza di padre Loris Cattani, missionario saveriano animatore della Rete Pace per il Congo: “Da molto tempo, ormai, Chebeya riceveva minacce di morte”, ha raccontato. Quarantasette anni, originario del sud Kivu dove imperversano i crimini dei gruppi armati contro i civili, presidente dell’Organizzazione non governativa ‘La voce dei senza voce’, Chebeya era sparito insieme con il suo autista la sera del primo giugno, dopo essersi recato a Kinshasa per incontrare il generale John Numbi. Il suo cadavere ammanettato e con i pantaloni abbassati, è stato ritrovato sul sedile posteriore della sua auto abbandonata, la notte fra il 2 e il 3 giugno. Anche il suo autista è stato trovato morto. In passato Chebeya era stato arrestato dalle autorità congolesi perché protestava contro il contratto stipulato dal Congo con un’importante multinazionale francese accusata di sfruttare le miniere di uranio del Katanga e responsabile, secondo lui, di gravi violazioni dei diritti umani e di ingenti danni ambientali in altri Paesi come il Niger. Chebeya pare stesse per presentare un rapporto sulla condizione delle carceri locali. (R.B.)








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