2010-06-04 16:30:56

Indonesia: cristiani protestano all’Onu per la chiusura della loro chiesa


I seguaci della Yasmin Church, si appelleranno alle Nazioni Unite contro la decisione delle autorità di Bogor di chiudere la loro chiesa. Le autorità da tempo cercano di impedire manifestazioni pubbliche della fede cristiana nella zona, cedendo alle pressioni di islamici estremisti. Ma i cristiani rivendicano il diritto di professare la fede dove abitano, a costo di pregare in strada. La decisione - riferisce l'agenzia AsiaNews - è stata presa ieri. I pastori Ujang Tanusaputra e Diah Renata Anggraeni, dirigenti della Yasmin Church, hanno ribadito in conferenza stampa che l’Imb (il permesso legale di stabilire un edificio di culto) è stato loro rilasciato dal capo dell’amministrazione di Bogor sin dal 2006, per ricostruire la nuova chiesa e altri edifici per le attività del gruppo. Ma in seguito le autorità municipali di Bogor hanno iniziato a discriminarli, fino all’ordine del 12 marzo di sospendere qualsiasi attività della chiesa. La decisione della Yasmin Church è sostenuta da vari gruppi pro-diritti umani. Alexander Paulus, dell’Human Rights Working Group, spiega che “i funzionari di Bogor non solo hanno danneggiato proprietà della chiesa nell’area e il suo edificio, ma hanno anche dissestato il luogo per impedire ai fedeli di tenere ancora i loro servizi religiosi”. La Chiesa in costruzione si trova nel cosiddetto complesso Yasmin Garden; sopra un’area di 1.700 metri quadrati i cristiani hanno realizzato anche altre costruzioni utili per le loro opere, fino all’ordine di sospensione del 12 marzo. La presa di posizione delle autorità comunali è giunta dopo una serie di proteste di gruppi musulmani estremisti, come lo Hisbut Tahrir Indonesia e l’Islamic Defender Front, che accusano i cristiani di “proselitismo” e si oppongono a qualsiasi costruzione e manifestazione pubblica della loro fede. A fine aprile migliaia di estremisti hanno assalito e appiccato il fuoco a un complesso cristiano a Bogor, opponendosi alla costruzione di un centro educativo, con l'accusa che si voglia invece realizzare un luogo di preghiera. (R.P.)








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