Incontro ecumenico di Edimburgo: essere testimoni di Cristo nel mondo
Non permettere alle difficili questioni teologiche di scoraggiarci dal testimoniare
oggi al mondo l’amore di Dio: ha esordito così, ieri, a Edimburgo, Dana Robert, docente
dell’università di Boston e tra i maggiori esperti mondiali di storia della missione,
nel suo intervento alla Conferenza missionaria mondiale che si è aperta mercoledì
scorso a Edimburgo e si concluderà domenica prossima. L’evento, cui stanno partecipando
300 delegati da tutto il mondo, in rappresentanza di tutta la cristianità, celebra
il centenario dall’incontro che nel 1910 segnò l’inizio del movimento ecumenico contemporaneo.
Ci sono, infatti, protestanti, ortodossi, anglicani, evangelici e pentecostali, oltre,
ovviamente, alla delegazione cattolica guidata dal vescovo Brian Farrell, segretario
del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. I partecipanti hanno riflettuto
in particolare sulle risposte da dare all’uomo di oggi e sul mandato odierno di evangelizzazione
nel mondo. Dana Robert ha sottolineato, nel suo discorso, come oggi la fede sia più
che mai multiculturale, con credenti provenienti da ogni continente, e ha precisato
che evangelizzare il mondo, oggi, significa essere testimoni per la nostra generazione
di uomini. Come riferisce l'agenzia Sir, Olav Fyske Tveit, segretario generale del
Consiglio mondiale delle Chiese, ha detto: “Essere uno in Cristo è rendere testimonianza
di Cristo insieme”. La responsabilità, dunque, consiste nell’ “offrire riconciliazione
all’umanità. Riconciliazione con Dio, tra gli esseri umani, con il creato. Le Chiese
– ha concluso – devono essere testimoni di speranza in tempi di ingiustizia, crisi
economica, violenza, tensioni tra uomini di fede e minacce ambientali”. (R.B.)