2010-06-04 16:18:09

In Italia 2 milioni di giovani a rischio alcol, 650 mila sotto gli 11 anni


In Italia più di 650 mila giovani cominciano a bere a 11 anni: è il dato allarmante emerso dagli studi dell’osservatorio nazionale dell’Arcat (Associazione Regionale dei Club degli Alcolisti in Trattamento) nel corso del convegno: “Alcol e minori. Oltre l’emergenza”. Un’ occasione per fare il punto sulla diffusione di questo fenomeno ma anche per sviluppare iniziative di promozione della salute e del benessere delle giovani generazioni. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

 

Cominciano con il consumare bevande alcoliche saltuariamente a 11-12 anni, già a 15, alcuni diventano alcolizzati. In Italia su nove milioni di persone a rischio, 1 milione e mezzo sono giovani non ancora maggiorenni, per lo più maschi, con basso grado di scolarità, figli di genitori disoccupati o a basso reddito, ma l’abuso dell’alcol spopola sempre di più anche tra i giovanissimi benestanti, vittime dei cosiddetti soft drink, prodotti creati a posta per soddisfare i loro gusti. L’80% consuma alcol prevalentemente nella notte di sabato: 6 cocktail in 2 ore, per un rituale pericoloso ma sempre più di moda il cosiddetto Binge-Drinking: qui non si parla di bere alcol ma di usarlo ai fini dello sballo, ovvero come una droga. Sentiamo il prof. Emanuele Scafato, direttore Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità: 

 

“Sapere che ci sono all’incirca 650 mila minori che ricevono bevande alcoliche dagli adulti o che se le procurano, chiaramente, è qualcosa che ci preoccupa perché questo significa che sono mancati nel tempo quei fattori di protezione, anche di controllo formale e sociale. Quindi, oggi come oggi, i ragazzi più che bere o gustare quello che fanno, usano l’alcol per le finalità che loro stesso desiderano sperimentare in termini di comportamenti. L’alcol è un lubrificante sociale, è qualcosa che disinibisce, oppure che, bene o male, può consentire delle relazioni sociali più agevolate. Quindi, è un fenomeno che assolutamente va contrastato in tutte quelle modalità che consentano un facile accesso dei giovani alle bevande alcoliche. Sono tutti fenomeni che hanno una natura commerciale e che non hanno nulla a che fare con la tutela dei minori”. 

 

I giovani che fanno uso di alcol non sanno che questa sostanza tossica provoca l’insorgere di patologie importanti legate al sistema nervoso: la perdita della memoria, di capacità cognitive, per le donne anche vari tipi di tumori, come quello del seno. Tra i giovani l’alcol resta anche tra le prime cause di morte sulla strada: il 40% degli incidenti stradali è provocato da persone ubriache al volante. Per contrastare questa emergenza, bisogna fare leva sulla prevenzione, sull’azione educativa, sull’applicazione delle normative europee: come quella che prevede il divieto di vendere e somministrare alcolici ai minori di 18 anni e non di 16 come in Italia. Bisogna inoltre sviluppare un coinvolgimento attivo della società a cominciare dalle famiglie e dalla scuola, e puntare alla tutela della salute, scavalcando le logiche economiche del profitto.








All the contents on this site are copyrighted ©.