Il profondo dolore del Papa per l'assassinio di mons. Padovese nel colloquio con i
giornalisti
Il dialogo ecumenico, la pace in Medio Oriente e il cordoglio per l’uccisione di mons.
Luigi Padovese sono stati i temi salienti affrontati da Benedetto XVI nella conferenza
stampa tenuta sul volo in viaggio verso Cipro. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Il Papa
ha innanzitutto espresso il suo profondo dolore per la morte di mons. Luigi Padovese,
che, ha ricordato, ha “molto contribuito” alla preparazione del Sinodo per il Medio
Oriente. Ha tuttavia precisato che non va confuso questo tragico evento con il dialogo
con l’islam e con i temi del viaggio a Cipro:
“Questa
ombra tuttavia non ha niente a che fare con i temi e con la realtà del viaggio, perché
non dobbiamo attribuire alla Turchia o ai turchi questo fatto. E’ una cosa sulla quale
abbiamo poche informazioni: è tuttavia sicuro che non si tratta di un assassinio politico
o religioso”.
Rispondendo ad una domanda sulla
divisione che ancora ferisce Cipro, Benedetto XVI ha detto che il suo viaggio, in
continuità con quello in Terra Santa dell’anno scorso, vuole essere una testimonianza
di pace e di dialogo, radicati nella fede per l’unico Dio:
“Non
vengo con un messaggio politico, ma con un messaggio religioso, che dovrebbe preparare
di più le anime ad essere aperte per la pace. Queste non sono cose che si fanno dall’oggi
al domani, ma è molto importante non solo compiere i necessari passi politici, ma
soprattutto anche preparare le anime a tali passi, per quella apertura interiore per
la pace che viene dalla fede in Dio e dalla convinzione che siamo tutti figli di Dio,
fratelli e sorelle fra di noi”.
Al Pontefice è
stata anche chiesta una riflessione sulla pace in Medio Oriente dopo il blitz israeliano
contro la flottiglia davanti Gaza. Di fronte a questi eventi, ha affermato, dobbiamo
imitare la pazienza di Dio:
“Dopo tutti i
casi di violenza, non bisogna perdere la pazienza, il coraggio, la longanimità di
ricominciare. Occorre creare queste disposizioni del cuore a ricominciare sempre di
nuovo, nella certezza che possiamo andare avanti, che possiamo arrivare alla pace
e che la violenza non è la soluzione, ma la pazienza del bene. Creare questa disposizione
mi sembra il principale lavoro che il Vaticano, i suoi organi e il Papa possono fare”.
Il
Papa si è così soffermato sul dialogo con gli ortodossi e la comune testimonianza
dei valori cristiani nel mondo secolarizzato. Un segno di unità nonostante i problemi
teologici ancora presenti:
“Quando siamo
capaci di testimoniare questi valori, di impegnarci nel dialogo ... per vivere questi
valori, abbiamo già dato una testimonianza fondamentale di un’unità molto profonda
della fede”.
Infine, a sintesi delle sue riflessioni,
il Papa si è soffermato sul Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente. Un avvenimento,
ha ribadito, che incoraggia a continuare con una visione di dialogo comune. Il Sinodo,
ha detto il Pontefice, sarà un incontro interiore della cristianità del Medio Oriente
all’insegna del coraggio e della speranza per il futuro. Cresce, ha concluso, “una
comune consapevolezza della responsabilità cristiana e anche una comune capacità di
dialogo con i fratelli musulmani, che sono fratelli nonostante le diversità”.