Cina: anniversario della strage di Piazza Tiananmen
Ventuno anni fa a Pechino si verificava la strage di Piazza Tiananmen, costata la
vita a centinaia di studenti uccisi dall’esercito cinese durante manifestazioni per
la democrazia. Secondo alcune fonti, il bilancio oscilla tra le 400 e le 3mila vittime.
In occasione dell’anniversario, le organizzazioni per i diritti umani hanno lanciato
un appello al governo cinese per aprire un’inchiesta sulla repressione. Il servizio
di Stefano Vecchia:
Una giornata
quasi normale a Pechino, quella di oggi, 21.mo anniversario della repressione di Piazza
Tiananmen. Poche uniformi sulla piazza e pochi segnali di dissenso come la minuscola
protesta di alcuni artisti, lunedì scorso su una piazza, che si perdono nello stretto
controllo delle forze di sicurezza, ma anche nella crescita tumultuosa del Paese e
nel suo sostanziale disimpegno. Il quotidiano di Canton, che ha pubblicato pochi giorni
fa una vignetta che ricordava la storica foto dello studente che sfidava i carri armati,
è stato tolto rapidamente dalla circolazione. Ieri, ancora una volta, il governo cinese
ha indicato di non volere in alcun modo rivedere la propria posizione sui fatti del
maggio-giugno 1989. In un incontro con la stampa, la portavoce del Ministero degli
esteri, Jiang Yu, ha ribadito che non ci sono elementi per cambiare la versione ufficiale,
ovvero quella di una rivolta provocata da un gruppo di studenti che ha costretto a
un intervento duro ma necessario delle autorità. Sola voce di una certa consistenza,
discordante con la versione ufficiale dei fatti e delle conseguenze della repressione
che secondo le stime fece almeno tremila morti, è quella delle madri di Piazza Tiananmen
che non hanno mai smesso di chiedere giustizia per la morte dei loro figli. Anche
in questi giorni si sono fatti avanti 128 familiari di quanti hanno perso la vita
a Pechino per chiedere che sia pubblicata la lista completa delle vittime e che siano
identificati e puniti i responsabili del massacro.