Sull’attacco israeliano contro la flottiglia umanitaria in navigazione verso Gaza,
si è svolta una riunione urgente alla sessione del Consiglio dei Diritti Umani in
corso a Ginevra. Al dibattito è intervenuto anche l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi,
osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra, chiedendo
un’inchiesta imparziale e trasparente su quanto accaduto. Sergio Centofanti
lo ha intervistato:
R.
- Sono intervenuto per seguire la linea espressa dal Santo Padre affermando che la
violenza non porta a nessun risultato costruttivo. Certo, bisogna condannare la violenza
di questo attacco, soprattutto perché era in acque internazionali e dà l’impressione
che le regole umanitarie e il diritto internazionale non contino. Invece, per le buone
relazioni tra gli Stati è necessario che queste regole vengano rispettate. Poi mi
pare che le conseguenze di questo tipo di azione sono spesso imprevedibili e, infatti,
hanno portato a delle vittime, a dei morti. La simpatia di tutti va verso le famiglie
di queste vittime. Allo stesso tempo bisogna dire e riconoscere che lo Stato di Israele
ha il diritto a vivere e difendersi ma, appunto, attraverso il dialogo si può arrivare
a una sicurezza che è basata sul rispetto del diritto internazionale.
D.
- Mons. Tomasi, cosa mostra questo altro episodio di violenza?
R.
- E’ evidente dopo questo incidente che la politica adottata di questo isolamento
della Striscia di Gaza non può funzionare, perché bisogna prima di tutto dare una
risposta positiva ai diritti fondamentali di cibo, di acqua, di medicinali, di educazione
per la popolazione di Gaza. Dobbiamo considerare l’incidente dei giorni scorsi come
uno dei tanti eventi che sono allo stesso tempo causa e risposta all’instabilità politica
e militare del Medio Oriente. Quindi, dobbiamo tutti incoraggiare la comunità internazionale
e i Paesi più direttamente interessati a lavorare per una soluzione di lunga durata
che non può essere altro - a questo punto - che quella di uno Stato palestinese e
di uno Stato israeliano sicuro, in modo che tra i due si possa eventualmente non solo
rispettare le regole dell’indipendenza ma anche aprire la porta alla collaborazione.