Pakistan: la Chiesa condanna gli attacchi agli ahmadi
La Commissione episcopale Giustizia e Pace “condanna con forza gli attacchi ai luoghi
di culto della comunità ahmadi, avvenuti a Lahore lo scorso 28 maggio”, sottolineando
come la strage “rifletta la continua crescita dell’estremismo religioso e dell’intolleranza
contro le minoranze e le fedi non islamiche”. Nel frattempo, però, un nuovo attacco
ha scosso la comunità: cinque persone sono state uccise nell'attacco armato di ieri
sera in un ospedale di Lahore, dove erano ricoverati molti dei feriti dell’attentato
alle moschee. Lo scorso 28 maggio, - riferisce l'agenzia AsiaNews - durante la preghiera
del venerdì, gruppi armati e attentatori suicidi hanno attaccato due moschee appartenenti
alla setta ahmadi. I luoghi di culto sono situati uno nella ricca zona di Model Town
e l’altro nell’affollata area di Garhi Shahu. Secondo il governo, i morti sono almeno
80: più di 200 i feriti. Il gruppo di terroristi ha aperto il fuoco in modo indiscriminato
sulla folla, occupando per diverse ore la moschea e tenendo i fedeli in ostaggio.
Quando la polizia ha deciso per l’irruzione, i fondamentalisti si sono fatti esplodere,
causando una carneficina. Nell’irruzione di ieri nell’ospedale Jinnah, invece, si
era parlato in un primo momento di 12 morti. Questa mattina la polizia ha ridimensionato
il bilancio. Secondo Giustizia e Pace, “è estremamente triste notare che la risposta
del governo a questa tragedia sia inappropriata. I governi, sia provinciale che federale,
dovrebbero essere più attenti alle richieste mosse dalla società civile: questa chiede
la fine dei discorsi carichi di odio e l’abolizione delle leggi discriminatorie, per
proteggere al meglio i gruppi che sono più vulnerabili”. Nello specifico, la Commissione
episcopale chiede che “la comunità ahmadi venga accettata come facente parte della
popolazione, con la conseguente rimozione dell’articolo 260 del Codice che li discrimina;
le leggi e le politiche basate sulla discriminazione religiosa devono essere abolite;
i colpevoli di atti discriminatori violenti devono essere consegnati alla giustizia;
il governo deve aiutare i sopravvissuti e le famiglie delle vittime; devono essere
bandite le organizzazioni “religiose” che fomentano l’estremismo; il governo deve
dare a tutta la popolazione gli stessi diritti”. (R.P.)