Mosca e Costantinopoli più vicine dopo il viaggio in Russia del Patriarca ecumenico
Bartolomeo I
Il viaggio in Russia del Patriarca ecumenico Bartolomeo si è chiuso ieri con un bilancio
molto positivo che va ben oltre la semplice visita di cortesia, segnando un passo
decisivo nel riavvicinamento tra le Chiese di Mosca e Costantinopoli. Una visita
servita a rafforzare le relazioni tra le due Chiese attraverso lo strumento del dialogo,
indispensabile per affrontare e risolvere le questioni ancora aperte, che sono state
affrontate nel vertice di Peredelkino, residenza fuori città del Patriarca di Mosca
Kirill, dove le due delegazioni, in un clima di fiducia e di comprensione reciproca,
hanno affrontato i problemi legati alla preparazione del concilio panortodosso, al
dialogo intercristiano, all'organizzazione della cura pastorale dei fedeli ortodossi
di lingua e cultura russa in Turchia e allo sviluppo dei pellegrinaggi ortodossi ai
luoghi santi dell'antica Bisanzio. Ma, secondo alcune indiscrezioni raccolte dall’Osservatore
Romano, non è escluso che durante l'incontro siano stati trattati argomenti ancor
più delicati, come la situazione dell'ortodossia in Ucraina, la cura spirituale dei
fedeli della diaspora e le procedure di ottenimento dell'autocefalia da parte delle
Chiese autonome. Tra i momenti più significativi del viaggio è da segnalare anche
la sosta al monastero della Trasfigurazione a Valaam, in Carelia. Era la prima volta
che un Patriarca di Costantinopoli si recava in questo luogo così carico di storia,
nel nord della Russia. Il monastero è stato riaperto vent'anni fa dopo un lungo lavoro
di restauro (e «la lunga notte dell'ateismo militante», ha sottolineato Bartolomeo)
per riparare i danni della Seconda Guerra mondiale, quando l'isola di Valaam ospitò
una base militare sovietica. Le celebrazioni comuni si sono chiuse domenica scorsa
con la divina liturgia concelebrata con il Patriarca di Mosca, Kirill, nella cattedrale
di Sant'Isacco a San Pietroburgo, e un ricevimento nel celebre Palazzo di Caterina
a Tsarskoe Selo. A margine di tutte le cerimonie, Kirill ha sottolineato l'importanza
del viaggio compiuto in Russia dal Patriarca ecumenico, definendolo “l'ulteriore esempio
di una reale collaborazione tra le due Chiese”. Un concetto già espresso da Bartolomeo
nell'incontro con gli studenti del corso di istruzione teologica superiore, avvenuto
nella sede del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato
di Mosca, dove ha elogiato coloro che oggi si mettono al servizio della Chiesa operando
in favore dello sviluppo di rapporti fraterni, non solo tra le comunità ortodosse
locali ma anche con gli altri cristiani. “Sono molto lieto di vedere — ha detto Bartolomeo
rivolgendosi al presidente del dipartimento, il metropolita Ilarione — che oggi in
Russia la Chiesa collabora con scienziati, con la società laica, con i politici. Nel
XXI secolo la Chiesa non può permettersi di isolarsi all'interno dei luoghi di culto.
Abbiamo bisogno di essere aperti alla società e sono molto contento di vedere così
tanti giovani che si preparano al servizio della Chiesa, a questa grande missione”.
Al termine della visita di Bartolomeo in Russia, le relazioni tra le due Chiese fanno
dunque segnare un passo in avanti. “Ogni incontro ci avvicina sempre di più — ha detto
Cirillo salutando il Patriarca ecumenico — e spero che questa volta, a differenza
del viaggio del 1993, lasci qui non metà ma tutto il suo cuore”. (M.G.)