Urne aperte oggi in Egitto per il rinnovo parziale della Camera alta. Uno scrutinio
che dà il via ad una lunga serie di appuntamenti elettorali per il Paese che, dopo
le legislative del prossimo autunno, sfoceranno nelle presidenziali del 2011. Cresce
intanto l’attesa per verificare il risultato del maggiore partito di opposizione rappresentato
dai Fratelli Musulmani, che al momento occupano 88 seggi nella Camera Bassa, mentre
restano esclusi da quella alta. Ad influenzare l’andamento del voto tuttavia potrebbe
essere l’attuale situazione di crisi nella regione mediorientale. Stefano Leszczynski
ne ha parlato con Abed Fath Ali, giornalista esperto di politica mediorientale: R. - Le aspettative
dell’opposizione - principalmente quella dei Fratelli Musulmani - è quella di entrare
in questo Consiglio consultivo che in realtà in passato è sempre stato appannaggio
esclusivo del partito al potere e ai partiti tradizionali, che sono tutti un pò accettati
dal regime egiziano. È evidente: se un’eventuale affermazione dei fratelli musulmani
che prospettano - sono notizie di oggi, dalla loro guida spirituale generale - che
entrino sette candidati dei loro 14 proposti, potrebbe rappresentare un banco di prova
importante per le elezioni presidenziali del 2011. D. - Anche
perché potrebbe uscire definitivamente di scena l’attuale presidente Mubarak, che
ha dominato la scena politica egiziana degli ultimi decenni… R.
- Le elezioni presidenziali dell’Egitto sono forse quelle più importanti per l’intera
area del Medio Oriente. Ricordiamo che l’Egitto, in pratica, è il Paese più popoloso
tra i Paesi arabi del Medio Oriente. Rappresenta circa un terzo della popolazione
araba nel suo insieme e comunque ha un’incidenza importantissima sugli equilibri di
quell’area. Ricordiamo il rapporto di pace che ha con Israele, che ha contribuito
moltissimo anche a far riuscire l’embargo israeliano su Gaza. D.
- Quindi, i Fratelli Musulmani potrebbero avere un riscontro elettorale per la tensione
che si è venuta a creare nell’area? R. - Decisamente, sì. È
un fatto a loro favore, si sentono già i commenti sulle tv satellitari arabe come
Al Jazeera, Al Arabiya, che invitano la gente ad andare a votare per dare il voto
ai propri candidati, anche se in realtà il partito dei Fratelli Musulmani - che è
un partito vero e proprio - è vietato per legge. Tuttavia, i suoi candidati sono decisamente
riconducibili a questo gruppo fondamentalista che è, in assoluto, il più antico del
mondo islamico.