2010-05-30 13:34:17

Elevata agli altari a Roma la Beata Pierina De Micheli, maestra di preghiera e azione per la santità di sacerdoti e giovani


Una donna indimenticabile: è stata beatificata oggi Pierina De Micheli, madre superiora dell’Istituto delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires, prima a Milano e poi a Roma, dove fu sempre impegnata nell’istruzione dei giovani. Nell’omelia della cerimonia celebrata stamattina a Santa Maria Maggiore, a Roma, da mons. Angelo Amato, il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ne ha sottolineato le tre caratteristiche della santità, poste in rilievo dal Papa: la pietà mariana, la devozione al Santo Volto di Gesù Crocifisso e l’offerta della sua vita di preghiera e sofferenza per la santificazione dei sacerdoti. Anche Benedetto XVI dopo l’Angelus in piazza San Pietro ha voluto ricordare la religiosa. Al microfono di Tiziana Campisi il postulatore della causa di Beatificazione, l’avvocato Andrea Ambrosi, racconta l’opera di madre Pierina:RealAudioMP3



R. – A Roma, negli anni della Seconda Guerra mondiale, ha fondato l’Istituto dello Spirito Santo e proprio negli anni peggiori – tutti sappiamo quello che è stata la Seconda Guerra mondiale per Roma, soprattutto dopo l’8 settembre del ’43: veramente regnava la fame! – madre Pierina era veramente un faro per tutti, perché lei trovava da soccorrere tutti e non si sa nemmeno come. Di fatti, accoglieva a mangiare nel suo istituto tanti sacerdoti ma anche la povera gente di Testaccio, e per questa sua generosità, per questa sua capacità di trovare sempre il sostentamento per tutti, tutti l’hanno sempre considerata una persona fuori dal comune. E’ stata sempre per tutti uno stimolante esempio al perfetto servizio del Signore. Tutti l’hanno recepito, perché non era un messaggio difficile a capirsi! Il suo programma della santità, che era poi quello che lei ha affermato, sta tutto in una frase che lei ripeteva di continuo: “Quello che conta è amare Gesù!”. E lei l’ha praticato fedelmente, eroicamente lungo tutta la vita: una vita semplice, una vita umile che preferiva i posti più umili, però costantemente illuminata da una grande fede che si alimentava in una perseverante preghiera e dalle adorazioni notturne.

 

D. – La figura di madre Pierina De Micheli che cosa suggerisce all’uomo di oggi?

 

R. – Possiamo dire che l’amore che lei aveva per le virtù evangeliche come l’umiltà, la carità, lo spirito di servizio, la disponibilità al sacrificio velato dal silenzio e dal sorriso … noi viviamo tutti un processo di secolarizzazione che minaccia di inaridirci e di distoglierci dal pensiero di Dio e di farci perdere la doverosa stima per la vita religiosa. Bene: il richiamo della Serva di Dio in questi tempi è quanto mai importante ed efficace e di aiuterà particolarmente, secondo me, a ritrovare il senso evangelico della vita.

 

D. – Era chiamata “la suora con gli occhiali”: lei era questo per tante persone che la cercavano …

 

R. – Lei era un punto di riferimento, perché si era in un’epoca storica molto difficile per la città di Roma. Gli ultimi due anni della sua vita sono stati gli anni in cui la malattia avanzava, ma lei ha sempre continuato a lavorare con l’impegno di prima. Non smetteva di aiutare tutte le persone che pativano tanto a causa della guerra…

 

Sulla figura della nuova Beata e il suo rapporto spirituale con il Volto Santo di Cristo si sofferma il gesuita, padre Piersandro Vanzan, redattore di Civiltà Cattolica ed esperto di teologia, al microfono di Arianna Voto:RealAudioMP3



R. – La Madre Pierina col Volto Santo precorre in qualche modo questi nostri tempi, intuendo proprio la sofferenza, quella di Cristo e dei cristiani, sia perseguitati di fuori sia con i guai interni, come ha detto il Papa adesso a Fatima. Quel Volto Santo sofferente, questo volto che lacrima, che sanguina, lei lo intuì già da allora come icona rappresentativa, riassuntiva di tutto il nostro dramma umano e della Chiesa: l’umanità che soffriva per le guerre, per le persecuzioni, per i disastri di quel tempo. Lei intuisce in qualche modo che quel Volto Santo sofferente è simbolo dell’umanità di sempre, non solo degli anni ’40, ’45 e ’50. Infatti, oggi viviamo drammaticamente con le guerre, con la fame nel mondo, con le persecuzioni. (Montaggio a cura di Maria Brigini)








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