Preghiera in San Pietro per l'espiazione degli abusi commessi da sacerdoti
Una mattina di adorazione eucaristica e di preghiera per l'espiazione degli abusi
commessi da alcuni sacerdoti si è svolta questa mattina all'altare della Cattedra
in San Pietro. Promossa dagli studenti delle università pontificie a Roma, come gesto
di solidarietà nei confronti di Benedetto XVI, l'iniziativa è stata patrocinata dal
cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica e vicario generale del Papa per
lo Stato della Città del Vaticano. All’adorazione eucaristica è seguita la meditazione
guidata da mons. Charles J. Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per
la Dottrina della Fede, che è partito dal duro monito di Gesù, come riportato dal
Vangelo di Marco: “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per
lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare”. Mons.
Scicluna ha riproposto l'interpretazione che del passo diede San Gregorio Magno nella
Regola Pastorale, al secondo capitolo della parte prima, dedicata ai “Requisiti del
pastore d’anime”, e intitolato “Non occupino il posto del governo delle anime coloro
che nel loro modo di vivere non adempiono a quanto hanno appreso con lo studio”. Nel
commentare la frase di Gesù, San Gregorio Magno scriveva: “La macina d’asino significa
quel faticoso ritornare su se stessi della vita del secolo, e il profondo del mare
indica la condanna eterna. Pertanto, chi rivestitosi dell’apparenza della santità
rovina gli altri con la parola e con l’esempio, sarebbe certo stato meglio per lui
che lo avessero trascinato a morte le sue azioni terrestri quand’era nello stato laicale,
piuttosto che le sue funzioni sacre lo avessero indicato agli altri — nella sua colpa
— come esempio da imitare. Giacché se almeno fosse caduto da solo lo avrebbe tormentato
una pena infernale comunque più tollerabile”.