2010-05-29 14:42:46

Elezioni nella Repubblica Ceca: socialdemocratici in vantaggio


Urne chiuse in Repubblica Ceca, dove 8,4 milioni di aventi diritto hanno votato ieri e oggi per eleggere 200 parlamentari da cinquemila candidati di 25 partiti. Secondo i primi exit poll, i socialdemocratici sono in vantaggio, ma resta il problema delle alleanze. Ieri l’affluenza si è attestata al 62%. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Si è conclusa poco fa la seconda giornata di voto in Repubblica Ceca, svoltasi all'ombra della crisi greca e con la sinistra proiettata verso la vittoria. In occasione del rinnovo della Camera dei deputati, gli elettori, più di 8 milioni, hanno votato o per sottoscrivere gli appelli al rigore economico del centrodestra o per dare seguito alle promesse di maggior attenzione al welfare fatte dai partiti di sinistra, con tanto di nuove riforme di sostegno ai lavoratori, alle famiglie e ai pensionati. Una posta in gioco che potrebbe rivelarsi decisiva per il Paese, soprattutto alla luce dei propositi di ingresso futuro nell’eurozona. Ma difficilmente, secondo gli osservatori, da questo voto uscirà un assetto in grado di dare alla Repubblica ceca un governo stabile, come auspicato nei giorni scorsi dal presidente, Vaclav Klaus. Le urne nel Paese si sono chiuse poco dopo le 14, ma per i risultati bisognerà attendere la tarda serata. Secondo gli ultimi sondaggi, sembra praticamente certa la maggioranza relativa del Partito socialdemocratico, guidato dal candidato Paroubek, con il 26,3% delle preferenze, contro il 22,9% del Partito democratico civico di Necas, ma per quanto scontata appaia una loro vittoria, molto meno potrebbe esserlo il mettere insieme un governo che tenga. Terzi nei sondaggi risultano i comunisti al 13,1%, seguiti dal gruppo Cose pubbliche al 12,6%. I popolari sono accreditati al 5,5%, mentre i verdi potrebbero non farcela a superare lo sbarramento del 5%. Nessun partito sembra però avere i numeri per governare da solo, neanche quello dei socialdemocratici, che hanno difficoltà a trovare alleati. In tal caso, la formazione del nuovo esecutivo potrebbe essere affidata al leader conservatore Necas. Il presidente Klaus si è detto pronto a dare il mandato solo a un premier in possesso di un progetto vitale e con un accordo che abbia una chance di ottenere l'appoggio in parlamento. Anche gli esperti auspicano una maggioranza solida in grado di avviare le necessarie riforme per risanare i conti pubblici e mettere fine a una fase di stallo che va avanti da oltre un anno, dopo la caduta dell'esecutivo di centrodestra.

India
Continua a salire il bilancio dello scontro ferroviario di ieri avvenuto nello Stato indiano del West Bengala. Almeno 100 le vittime, secondo gli ultimi dati dei soccorritori che continuano ad estrarre corpi dai due convogli entrati in collisione tra Calcutta e Bombay. Oltre 200 i feriti di cui molti in gravi condizioni. Intanto continua a negare ogni coinvolgimento ipotizzato dalle autorità, il “Comitato popolare contro le atrocità della polizia”, movimento di ispirazione maoista i cui volantini sono stati trovati sul luogo del disastro. Infine, preoccupa le autorità, il ritrovamento avvenuto questa mattina di cinque bombe a bassa intensità lungo un binario nello Stato orientale dell'Orissa, ancora chiuso al traffico ferroviario.

Marea nera: cresce l’attesa sull’esito dell’operazione “Top Kill”
Il presidente Usa, Barack Obama, ha ordinato di triplicare la manodopera nelle coste del Golfo del Messico, minacciate dalla marea nera fuoriuscita dalla piattaforma di petrolio una quarantina di giorni fa. Parlando nel corso di una visita in Louisiana, il capo della Casa Bianca ha promesso che gli Stati Uniti ''faranno tutto il possibile'' per arrestare il disastro ambientale. Cresce nel frattempo l’attesa sull'esito degli ultimi tentativi effettuati dalla British Petroleum per fermare la fuoriuscita di petrolio. L'operazione "top kill", che da tre giorni sta tentando di chiudere definitivamente la falla nel pozzo, sta procedendo, entro 24-48 ore, spiegano i vertici della compagnia petrolifera si potrà capire se il "tappo" di fanghi pesanti e cemento possa reggere.

Thailandia
Il governo della Thailandia ha revocato il coprifuoco imposto a Bangkok e in altre 23 provincie del Paese dopo le violenze causate dai manifestanti antigovernativi, le cosiddette “camicie rosse”, costate la vita ad almeno 85 persone, oltre duemila invece i feriti. Secondo il premier, Abhisit Vejjajiva, che ha escluso la possibilità di nuove elezioni entro la fine dell’anno, la situazione attualmente è sotto controllo resta però in vigore lo stato d'emergenza.

Afghanistan
In Afghanistan, nuovo attentato terroristico contro le forze dell’ordine. Almeno cinque poliziotti sono stati uccisi in seguito ad un’imboscata dei talebani, nella provincia sudorientale di Paktia, uno dei veicoli su cui viaggiavano gli agenti è saltato in aria in seguito all’esplosione di un ordigno piazzato sul ciglio della strada. Il capo della polizia del distretto, vero obiettivo dell'attacco, è rimasto ferito ed è stato evacuato nella base principale Usa a nord di Kabul, dove è in condizioni stabili.

Coree
Tensione incandescente tra le due Coree. Secondo Pyongyang, qualsiasi incidente nel Mar Giallo potrebbe portare allo scoppio di un conflitto. Intanto, sull’affondamento della corvetta militare per la quale Seul accusa la Corea del Nord, quest’ultima parla di rapporti manipolati. Sulla vicenda è intervenuta la Russia definendo la situazione “pericolosa”. Dal canto suo, la Cina chiede la pace nella penisola. Il premier, Wen Jiabao, si è detto pronto a respingere ogni azione che metta in pericolo la stabilità nell’area.

Russia
In Russia, continua la lotta del governo contro il terrorismo. Tre ribelli sono stati uccisi nella notte in Daghestan, nel Caucaso del nord, da alcuni poliziotti. Questa mattina invece a Kaspisk, un agente è morto e un altro è rimasto gravemente ferito nei sobborghi della città, in seguito all’esplosione di un ordigno piazzato sul ciglio della strada, che ha fatto saltare in aria il veicolo su cui viaggiavano.

Gaza
L'esercito israeliano ha confermato di aver effettuato due raid aerei la notte scorsa sulla Striscia di Gaza, spiegando che si è trattato di una risposta a recenti lanci di razzi Kassam verso il sud di Israele. Obiettivi dei due attacchi, ha precisato il portavoce di Tsahal, sono un tunnel di collegamento tra Israele e il sud della Striscia di Gaza e una fabbrica di armi nel nord della Striscia.

Terremoto in Tibet
Un forte sisma ha colpito alle 10.30 ora locale la provincia autonoma tibetana in Cina, nella città di Gyegu. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. Al momento non si hanno notizie di danni a persone e a cose, ma si temono vittime. La scossa, di magnitudo 5.4, ha colpito la zona di Yushu, la stessa colpita ad aprile scorso da un disastroso terremoto di 7.1 gradi sulla scala Richter, che ha provocato la morte di oltre 2.200 persone. (Panoramica internazionale a cura di Cecilia Seppia)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 149

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