Accordo per un Medio Oriente denuclearizzato. Israele: intesa ipocrita
Storico accordo alla Conferenza Onu sulla revisione del Trattato di non proliferazione
nucleare, terminata ieri a New York. La dichiarazione finale chiede ad Israele di
mettere le sue testate nucleari – mai dichiarate ufficialmente – sotto il controllo
dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Il numero uno delle Nazioni Unite
Ban Ki-moon si è detto soddisfatto. Sulla stessa linea anche il presidente statunitense
Obama. Pur appoggiando l’idea di un Medio Oriente senza armi atomiche, la delegazione
Usa ha espresso riserve in merito alla condotta dell’Iran. Teheran plaude all’intesa,
definita invece “ipocrita” dallo Stato ebraico. Ma quali potrebbero essere le conseguenze
dell’accordo sul processo di pace nell’area mediorientale? Eugenio Bonanata
lo ha chiesto a Fabrizio Simoncelli, vice presidente di Archivio disarmo:
R. – Il fatto
che la Comunità internazionale comincia a far sentire una pressione ad hoc su Israele
è, a mio avviso, un elemento importante. E questo perché Israele si è riservato –
come dire – una libertà di azione a 360 gradi nel campo degli armamenti convenzionali,
nel campo degli armamenti nucleari, con una politica di espansione sul territorio,
non rispettando le diverse Risoluzioni delle Nazioni Unite. Evidentemente è un tipo
di politica che non può condurre a buoni rapporti con – in primo luogo – il popolo
palestinese e con tutti i suoi vicini.
D. – Professore,
d’altro canto è l’ennesima conferma del fatto che i rapporti tra Stati Uniti e Israele
sono cambiati? Gli Stati Uniti hanno, comunque, espresso rammarico le richieste esplicite
a Israele…
R. – Hanno espresso rammarico, ma noi
possiamo anche dire, analizzando un po’ il linguaggio diplomatico, che in realtà loro
non lo hanno impedito, non hanno messo di fatto un veto al documento finale. Per cui
si dice sostanzialmente ad Israele che deve cambiare il suo approccio nel quadro mediorientale
e questo è molto importante.
D. – Comunque l’accordo
ha un grande valore a livello globale…
R. - Sicuramente
è la prima volta nella storia del Trattato in cui si decide chiaramente di fare un
passo in avanti e quindi da parte delle cinque potenze ufficialmente nucleari ed aderenti
al Trattato – Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna – di proseguire decisamente
verso una diminuzione degli armamenti nucleari. Cosa, questa, che in parte è già stata
fatta soprattutto da parte di Stati Uniti e Russia nel corso degli anni. Questa volta,
però, si pone anche una scadenza: nel 2014 dovrebbe essere presentato anche un preciso
rapporto su questo processo di riduzione delle armi nucleari. Questo è un elemento
molto importante. Si afferma anche strategicamente, tra l’altro, che l’arma nucleare
non è più al centro delle strategie politiche di questi Paesi e quindi va progressivamente
a scemare e quindi l’importanza di una opzione di questo genere.