Appello dei vescovi brasiliani per i diritti dei contadini
I grandi progetti speculativi, sui cui convergono gli interessi dei “fazendeiros”
e delle multinazionali, stanno mettendo sempre di più a repentaglio la dignità dei
lavoratori della terra brasiliani. La denuncia, ripresa dall'agenzia Misna, è stata
lanciata nella dichiarazione finale diffusa al termine del III congresso nazionale
della Commissione pastorale della terra (Cpt), organismo della Conferenza nazionale
dei vescovi del Brasile da sempre vicino alle lotte dei contadini per l'accesso alla
terra e le loro rivendicazioni per l'attuazione della riforma agraria. “Nel momento
in cui l'umanità prende sempre più coscienza del grido proveniente dalla madre terra
- si legge nel documento - noi accogliamo il silenzioso clamore dei poveri privati
della loro terra, aiutandoli nella difesa della loro vita e della vita delle generazioni
future. Occorre lavorare insieme per la dignità della persona umana del lavoratore,
per vincere l'individualismo e il consumismo mercantile, che sono una delle molte
forme di schiavitù”. Nella dichiarazione, messa a punto al termine dei lavori a cui
hanno partecipato quasi un migliaio di persone (tra lavoratori della terra, operatori
pastorali della Chiesa brasiliana e rappresentanti delle parti sociali), si sottolinea
il denominatore comune emerso dalle molte testimonianze e cioè che “si può e deve
vivere con i diversi ecosistemi senza distruggerli e coltivare un rapporto di rispetto
e di fratellanza tutti gli esseri viventi e con la madre Terra, dono di Dio da proteggere
e conservare integro come eredità per le generazioni future”. Le esperienze talvolta
“eroiche” di sopravvivenza, di vita e di speranza si intrecciano però con “il grido
disperato che si leva di fronte alla potenza impressionante dei grandi progetti speculativi
scanditi da violenze, da emarginazioni forzate degli indigeni dai territori natii,
da deforestazioni, da gravi alterazioni del sistema ecologico. Progetti imposti con
arroganza e che si fanno beffa della legge agraria e ambientale attraverso sistemi
di malaffare avallati, non di rado, da funzionari pubblici corrotti”. La globalizzazione,
specialmente di stampo neoliberale, sta modificando e complicando il problema della
terra in Brasile. I vecchi fazendeiros, si sottolinea nel documento, si sono alleati
con le grandi imprese transnazionali per sviluppare l'agrobusiness, ponendo una minaccia
ancora maggiore alle immense risorse naturali e alla biodiversità del Paese. Un particolare
appello viene rivolto alle istituzioni, ai partiti politici, ai sindacati, ai movimenti
perché “non lascino sola” e sostengano “la gente della terra”, difendendo i suoi diritti,
assecondando “le sue attese di giustizia e di speranza”. In questo cammino di promozione
umana, la Chiesa si “pone in prima linea” e il documento della Cpt si conclude con
una esortazione rivolta a tutti i soggetti ecclesiali, affinché collaborino nel “difficile
e delicato lavoro della Commissione pastorale della terra, impegnata a dare voce a
chi non ha voce nel nome di Gesù di Nazareth, nella fedeltà al Dio dei poveri e dei
poveri della Terra”. Secondo l’ultimo rapporto realizzato dalla Cpt, e diffuso lo
scorso aprile, i conflitti per il possesso della terra in Brasile, diminuiti negli
ultimi anni, sono tornati ad aumentare da 751 del 2008 a 854 nel 2009. (M.G.)