Torna la calma in Giamaica: appello dell’arcivescovo di Kingston
Anche la Chiesa giamaicana si è mobilitata per contribuire a riportare la calma tra
la popolazione della capitale Kingston, stravolta negli ultimi giorni dalla guerriglia
scatenatasi tra le forze di sicurezza e i miliziani del boss, don Christopher “Dudus”
Coke, che hanno combattuto per impedire il suo arresto e la sua estradizione negli
Stati Uniti. L’ultimo bilancio degli scontri parla di 44 morti e almeno 500 arrestati
nel quartiere di Tivoli Garden, considerato il “feudo” del boss malavitoso. In queste
ore regna una calma che rischia di essere solo apparente, come spiega l’arcivescovo
di Kingston, mons. Donald Reece, al microfono di Lydia O’Kane
della nostra redazione inglese:
R.
– In the area that is on attack...
Nella zona sotto attacco c’è tensione,
è certo. Ma nel resto della Giamaica la tensione non è altrettanto alta, anche se
ovviamente la preoccupazione c’è perché non si può mai sapere quando la situazione
può sfuggire di mano e favorire l’allargamento della tensione ad altre aree. Per il
momento, non sembra. Personalmente, ho chiesto a tutti i preti, ai religiosi, ai diaconi
di fare del loro meglio per mantenere la calma e di recitare la tradizionale preghiera
a San Michele Arcangelo per il Paese. La Conferenza delle Chiese di Giamaica, di cui
la Chiesa cattolica è membro, ha constatatoche il premier stesso
non è più in grado di guidare il Paese perché è stato colto in flagrante in situazioni
di non-verità e di menzogna in tutta la vicenda dell’estradizione chiesta dal governo
degli Stati Uniti per questo noto narcotrafficante. Di conseguenza, ci sono alcune
persone che stanno valutando l’ipotesi di chiedere le dimissioni del primo ministro.
Altre dicono di no. Aspettiamo perciò di vedere cosa accade. Io penso però che ormai
la sua immagine sia talmente danneggiata, che non possa più fare conto su alcuna credibilità.
D.
– Qual è il pensiero comune circa questa situazione? Si pensa che si possa risolvere
in tempi ragionevolmente rapidi o che andrà avanti ancora per molto?
R.
– This morning I heard that young men...
Questa mattina ho saputo che
dei giovani intorno ai 20 anni hanno ricevuto armi e denaro e che alcuni di loro sarebbero
stati reclutati per 100 mila dollari giamaicani al giorno. E’ una bella somma per
invogliare a combattere! E la lotta proseguirà fino alla fine, il che significa che
non si arrenderanno alle forze di sicurezza: combatteranno fino alla fine! Se sarà
così, questa situazione potrà trascinarsi per giorni, forse per una settimana o più.
E’ assolutamente possibile. Inoltre, le forze di sicurezza sono preoccupate per altri
presidii dove possono esserci arsenali e uomini in forza. Dopo aver risolto il problema
nella capitale, affronteranno queste zone per liberare la Giamaica da tali presidii,
che tendono a farsi la legge da soli.