2010-05-27 15:21:14

Messaggio del Papa per il bicentenario dell'Argentina


Concordia e prosperità all'Argentina, che ha celebrato in questi giorni il 200.mo anniversario della Revolución de Mayo. Ad augurarle, Benedetto XVI in un Messaggio martedì scorso durante la celebrazione commemorativa, nella Basilica di Nostra Signora di Luján, dal nunzio apostolico, l'arcivescovo Adriano Bernardini. “Esprimo vivamente il mio affetto e la mia vicinanza spirituale a tutti gli argentini, che – afferma nel Messaggio il Papa – raccomando nelle mie preghiere, chiedendo al Signore che li benedica abbondantemente con la concordia, la pace e la prosperità”. Alla cerimonia, alla quale ha partecipato il presidente argentino, Cristina Fernández de Kirchner, e alcune autorità estere, l'arcivescovo di Buenos Aires e primate d'Argentina, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, ha osservato durante il Te Deum che la situazione attuale richiede un atteggiamento di “grande compartecipazione e di responsabilità da parte di tutti gli argentini e specialmente da parte dei leader della Nazione”. Si deve superare, ha auspicato, ogni vantaggio settoriale o corporativo e “lavorare uniti per il bene di tutti nella costante attenzione alle persone più deboli ed emarginate della società”. Secondo il cardinale Bergoglio, la “perdita di vista della qualità della vita delle persone è strettamente legata alla salute della Costituzione e delle istituzioni. La loro scarsa operatività si traduce in un alto costo sociale”. Viceversa, la saldezza della Costituzione e la qualità delle istituzioni sono la garanzia “più sicura per realizzare l'inclusione di tutti nella comunità nazionale”. Pertanto, ha indicato, è necessario che i poteri dello Stato, nel rispetto dei propri ambiti, livelli e legittime autonomie, si “integrino e completino a vicenda nella prospettiva di servizio al bene comune”. Un bene che va tradotto, ha concluso, con leggi “che interpretino e soddisfino le esigenze reali delle persone, dei cittadini”: ovvero, che non violino il diritto naturale, ma tengano conto “della natura delle persone umane, della famiglia, della società”. (A cura di Alessandro De Carolis)







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