2010-05-26 15:32:37

L'ospitalità delle Scritture al centro della sesta edizione del Festival Biblico


Incontri, dibattiti, rappresentazioni teatrali: sono alcune delle proposte del Festival biblico, ospitato a Vicenza da domani al 30 maggio. 150 gli ospiti di questa sesta edizione sul tema “L’ospitalità delle Scritture”, per riscoprire la Bibbia e il suo messaggio, nella liturgia e nell’attualità. Ricco il calendario degli eventi in programma che è possibile consultare sul sito www.festivalbiblico.it. Tiziana Campisi ha chiesto a mons. Roberto Tommasi, presidente del Festival, com’è stata pensata quest’anno la manifestazione:RealAudioMP3

R. – Il tema di quest’anno è “L’ospitalità delle Scritture”. Noi lo articoleremo in cinque grandi filoni tematici. Quello che abbiamo chiamato il filone degli “Ospiti della Parola”, nel quale – insieme a teologi e biblisti – ci metteremo in ascolto proprio della Parola di Dio. Quello che abbiamo chiamato “Ospiti in scena”, in cui la Parola di Dio diventa l’anima anche delle arti ed avremo dei concerti, del teatro, delle performance. Avremo poi il filone degli “Ospiti del Paese”, perché il messaggio che le Scritture Sacre ispirano sull’ospitalità - con le opportune mediazioni - si traduce, soprattutto in un tempo come il nostro di società globalizzata ed anche di migrazioni, in tanti messaggi e spunti per ripensare la nostra società. Quindi, avremo il filone degli “Ospiti in famiglia”, dedicato specificatamente ai bambini e alle loro famiglie, attraverso giochi, laboratori e intrattenimenti. Infine, il filone “Ospiti della terra”, con un’attenzione particolare alla storia, alla natura ed anche il pellegrinare dei popoli.
 
D. – Cosa vuol dire il Festival alla gente?
 
R. – Possiamo riconoscere tre messaggi fondamentali. Anzitutto quello di aiutare a riscoprire il testo sacro, la Bibbia, come un testo che nasce dall’accoglienza da parte di Dio di un popolo e come accoglienza da parte di questo popolo, il popolo ebraico e poi il popolo di Gesù, anche di apporti culturali diversi. Nella Bibbia si intrecciano la Parola e le opere di Dio, ma anche la sapienza dell’Egitto, della Babilonia, della Siria, delle genti di Canaan e del deserto, dell’ellenismo. Da questo punto di vista l’apertura all’altro è proprio una delle grandi costanti del libro biblico. Se la Bibbia in questo senso è il libro della ospitalità è anche vero che la Bibbia stessa, a sua volta – questo è il secondo messaggio – ha bisogno di essere ospitata nella Liturgia, nella Lettura pregata, nella predicazione e soprattutto nel cuore di ogni credente. Infine, il terzo grande messaggio, è che la Bibbia è in grado di sfidare anche le problematiche sociali, politiche, relazionali del mondo contemporaneo.
 
D. – Quali frutti ha portato in questi anni il Festival Biblico?
 
R. – Credo che i frutti siano soprattutto nella mente e nel cuore delle persone. Però noi notiamo anzitutto una crescente partecipazione: la prima edizione – nel 2005 – aveva visto 15 mila presenze, mentre lo scorso anno sono state 45 mila. Notiamo anche una crescente attenzione e penso che un primo frutto sia proprio quello di tener desta l’attenzione sulla Bibbia, creando un’occasione anzitutto per accostare questo testo, per accorgerci che questo testo parla di un Dio che si fa vicino, ma che diventa anche lo specchio e il riflesso dell’animo umano, della vita umana, con i punti di forza e le sue potenzialità, ma anche con le sue contraddizioni e i suoi fallimenti. Il tentativo è quello di far sì che la Parola di Dio esca dal tempio ed entri nelle piazze, entri nelle vie, nelle abitazioni, nelle persone.







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