2010-05-26 15:56:31

Il cardinale Re: il vescovo non è un manager ma un pastore che illumina e incoraggia


“Il vescovo è servitore di tutti, non è funzionario, né un burocrate, non è un rappresentante del potere, né un manager di un’organizzazione umana, ma un pastore che illumina e incoraggia, è un padre che ama, educa e conforta”. A ricordarlo ai vescovi italiani, che celebrano in Vaticano la loro assemblea plenaria, è stato questa mattina il prefetto della Congregazione per i Vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re. Come riferisce il Sir, nell’omelia della Messa celebrata a San Pietro, il porporato ha ribadito anche lo stile con cui tale servizio deve essere prestato: stile “accompagnato da tante qualità - dalla saggezza alla fortezza, dalla prudenza all’amabilità, dalla lungimiranza all’attenzione alle piccole cose - ma soprattutto deve essere caratterizzato da un vivo senso di paternità”. Paternità spirituale “verso tutti coloro che gli sono affidati specie verso i sacerdoti”. “Non dobbiamo mai dimenticare che abbiamo davanti delle persone e non degli operatori o, tanto meno, dei ‘numeri’. La paternità episcopale ci chiede di saper incontrare le persone dando attenzione a ciascuna di esse”. Il vescovo deve “lasciarsi illuminare dalla Parola di Dio” e pregare per “non cadere nel rischio di un pericoloso senso di autosufficienza che finisce poi per sconfinare nell’attivismo o nell’autoritarismo. Il ministero che il vescovo è chiamato a svolgere non è un’impresa legata alle forze umane ma all’azione di Dio”.







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