Il Papa: cattolici di tutto il mondo in preghiera per la Chiesa in Cina per chiedere
a Dio il dono dell'unità e della perseveranza per i fedeli cinesi
Tre anni fa, firmando la Lettera ai cattolici cinesi, Benedetto XVI fissava al 24
maggio di ogni anno la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, nella memoria
liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei cristiani. Anche ieri, al termine della
preghiera del Regina Coeli, il Papa ha ricordato come i fedeli che sono in
Cina preghino “affinché l'unità tra di loro e con la Chiesa universale si approfondisca
sempre di più”, invitando poi i cattolici nel resto del mondo a unirsi a questa preghiera.
Nel suo servizio, Alessandro De Carolis mette in risalto i significati di questa
Giornata:
Da 150
anni, dal bel tempio di mattoni rossi in cui si fondono elementi occidentali e altri
locali, la Madonna di Sheshan veglia su Shangai e sulle sorti della Chiesa in Cina.
A lei, Benedetto XVI ha affidato tre anni fa, nell’ormai famosa Lettera indirizzata
ai fratelli nella fede del Paese asiatico, il primo degli obiettivi che abita il suo
cuore di Pastore universale: l’unità. Un obiettivo riecheggiato anche ieri, al Regina
Coeli di Pentecoste, nel quale si possono cogliere, in cifra, tutte le altre considerazioni
già ben sottolineate dal Pontefice tanto nella Lettera del 2007, quanto nel Compendio
del documento pubblicato nel 2009. E’ un traguardo complesso quello dell’unità della
Chiesa in Cina, perché “veramente difficili” sono le circostanze, osserva lucidamente
Benedetto XVI, nelle quali i cattolici cinesi hanno spesso dovuto manifestare la propria
fedeltà al Vangelo, proclamato “con coraggio”. Ma è da questo scenario “di forti contrasti”
che deve emergere l’unità, cioè quel filo spirituale invisibile e potente, che lega
ogni vescovo agli altri e tutti assieme al Papa, in “una comunione visibile e concreta”.
Padre Angelo Lazzarotto, delle Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), riflette
così sul cammino compiuto rispetto alla meta:
“E’ un cammino lento e
difficile. Il Papa non se lo nasconde. Il problema è proprio perché chi comanda in
Cina ha nei confronti della religione una visione distorta o perlomeno limitata. Non
lascia spazio – a chi crede, quindi alle varie religioni, ma specialmente ai cristiani
– nella vita pubblica. Proporre i valori cristiani della persona, della libertà, del
bene comune è una cosa importante e questo è ancora difficile in Cina. Il Papa, nella
lettera che scrisse ai cattolici in Cina, ricordava che bisogna chiedere anzitutto
il dono della perseveranza nella testimonianza da questi nostri fratelli, 'certi –
diceva il Papa rivolgendosi direttamente a loro – che le vostre sofferenze saranno
premiate, anche se talvolta tutto possa sembrare un triste fallimento'”.
Quest’anno
Chiesa e Cina, per via delle celebrazioni che lo riguardano, hanno un importante punto
di incontro attorno alla figura di padre Matteo Ricci, la cui opera in Cina esemplifica
ciò che l’evangelizzazione può portare quando è unita al dialogo e al rispetto. Significativo
allora è il fatto che, proprio l’11 maggio scorso, l’Università Fudan di Shanghai
abbia inaugurato l’Istituto del Dialogo Xu – Ricci, intitolato al gesuita maceratese
e a Paolo Xu Guangqui, il primo cattolico di Shanghai e collaboratore di padre Ricci.
Nella circostanza, 70 docenti cinesi e stranieri hanno dato vita a un colloquio sul
dialogo interreligioso, mentre anche il Museo di Shanghai è stato teatro della presentazione
dell’edizione digitale del “Grand Ricci”, un dizionario di francese-cinese. Il dialogo
resta dunque la via aurea, ribadisce padre Lazzarotto:“Per celebrare insieme
la Giornata di preghiera, quest’anno i cattolici cinesi, che sono nelle varie città
d’Italia, si sono ritrovati a Macerata, una settimana fa, proprio per pregare nel
ricordo di questo fondatore della missione moderna in Cina. Credo sia importante ricordare
che ognuno ha una responsabilità nella preghiera. Gesù ha pregato che siano uniti
tutti i suoi discepoli, perché il mondo creda. Oggi la Cina ha bisogno di questa testimonianza,
in modo particolare”.