Crisi tra le Coree: Obama allerta l'esercito Usa a sostegno di Seul
Cresce ulteriormente la tensione tra Corea del Nord e Corea del Sud, tanto da spingere
il presidente Obama ad allertare l’esercito statunitense per intervenire a sostegno
di Seul in caso di aggressione. L’ulteriore aggravamento della crisi nella penisola
coreana avviene proprio mentre il segretario di Stato Hillary Clinton si trova a Pechino
per rilanciare il dialogo strategico ed economico sino-americano. Solo la settimana
scorsa si trovava invece in Cina il presidente nordcoreano Kim Jong-Il che aveva incassato
il sostegno cinese di fronte al proprio isolamento internazionale. Sul rischio di
un nuovo conflitto nell’area Stefano Leszczynski ha intervistato Maurizio
Riotto, docente all’Orientale di Napoli ed esperto di questioni coreane.
R. - Io credo
poco alla possibilità di un conflitto armato in quella regione perché vorrebbe dire
distruggere l’intero tessuto economico di una zona molto vasta.
D.
– Fa abbastanza paura sentire un presidente statunitense che dà l’ordine alle proprie
truppe di sostenere la Corea del Sud…
R. – Io credo
che questo poi vada a inasprire quella divisione tra le due Coree che esiste già e
che si profila sempre di più una sclerotizzazione della divisione della penisola.
Più tempo passa e meno risulta presumibile la riunificazione. Io credo che il futuro
della penisola sia quello di una divisione quasi perenne dove ci sarà un Sud sempre
più legato agli Stati Uniti, ormai occidentalizzato, e un Nord destinato a diventare
una provincia cinese.
D. – Sembra di capire che questa
nuova crisi vada letta proprio in un contesto cinese: avviene all’indomani del viaggio
del presidente nordcoreano in Cina, mentre il segretario di Stato americano si trova
in Cina… Sembra quasi un messaggio trasversale lanciato da Pechino a Washington?
R.
– E’ proprio così perché in realtà quello che viene descritto come il più fedele alleato
della Corea del Nord, ossia la Cina, per la Corea del Nord stessa rappresenta il principale
nemico. D’altra parte, l’isolamento che l’Occidente ha imposto alla Corea del Nord
non fa altro che spingerla di più verso le braccia dei cinesi. Questo, secondo me,
in quell’ottica di tacito accordo per una divisione della penisola in una zona, ormai,
di influenza cinese e in una zona di influenza americana. L’importante è che Pechino
non vada oltre e non voglia estendere anche, in un futuro più o meno prossimo, la
propria influenza anche alla Corea del Sud perché a quel punto gli Stati Uniti reagirebbero
con molta forza. Io credo che vada intesa in questa ottica.