A partire da oggi le autorità cubane consentiranno il trasferimento in ospedale dei
prigionieri politici gravemente malati. I detenuti – dei quali non si conosce il numero
- resteranno comunque in regime carcerario anche se saranno posti in strutture vicine
alle città in cui risiedono i familiari. Lo ha reso noto il dissidente Guillermo Farinas
che è in sciopero della fame dallo scorso mese di febbraio per chiedere all’Avana
la liberazione di 26 detenuti in gravi condizioni. La decisione arriva dopo lo storico
incontro di mercoledì tra il presidente Raul Castro e i vertici della Chiesa cubana
che hanno chiesto la liberazione dei prigionieri politici, che secondo le organizzazioni
umanitarie sarebbero circa 200: quattro ore di colloqui - ha spiegato il cardinale
Jaime Ortega Alamino, arcivescovo dell’Avana - da considerare un evento “molto positivo”
e una rilevante “novità”: per la prima volta infatti le autorità riconoscono il ruolo
della Chiesa nel contesto della società cubana.