Messaggio dei vescovi portoghesi dopo la visita del Papa in Portogallo
“Vero atto pasquale, la vista del Santo Padre Benedetto XVI ci ha lasciato messaggi
e orientamenti. E’ nostro filiale desiderio ringraziarlo per la ricchezza dei suoi
gesti e delle sue parole e recepirli nei nostri progetti pastorali”. E’ un passaggio
del messaggio dei vescovi portoghesi diffuso in seguito alla visita apostolica del
Papa in Portogallo, dall’11 al 14 maggio scorsi. I presuli annunciano che “gli interrogativi
lanciati ai vari settori della vita pastorale (…) saranno accolti nel modo di ripensare
e strutturare la Chiesa, nello slancio rinnovatore della carità, nella valorizzazione
missionaria e nelle proposte di una cultura credibile e convincente”, e anticipano
che nell’Assemblea plenaria straordinaria di giugno saranno diffusi “alcuni orientamenti,
come itinerario sinodale proposto per ripensare la pastorale in termini di una unità
nazionale, senza pregiudicare le specificità di ciascuna diocesi”. Sul clima di entusiasmo
con cui i fedeli hanno salutato la visita del Papa, i vescovi portoghesi ricordano
come “una corrente di profonda e semplice umanità” abbia “percorso le distanze e avvicinato
tante persone, unite dalla comune ricerca della sapienza e nell’ansia di serenità
per le enormi apprensioni del futuro”. “L’esperienza di affetto irradiante che si
è spontaneamente creata - si legge ancora nella lettera - si caratterizza come momento
di festa, poiché teso a lodare Dio, comunicare con i fratelli, mai dimenticando i
più gravemente colpiti dalla situazione economica che stiamo attraversando”. Il messaggio
si conclude con un rifermento all’esperienza dei tanti giovani presenti e con un invito
ad un rinnovato impegno evangelico: “La bellezza della santità ha attratto i cuori
disponibili, sia dei bambini, sia dei giovani. I gesti di vicinanza hanno manifestato
la necessità della Chiesa di andare verso le persone nella loro vita e realtà quotidiana.
L’intensità meravigliosa e partecipata nelle celebrazioni ha interpellato la responsabilità
delle comunità cristiane per un rinnovamento delle qualità delle offerte rituali e
per farsi carico, con fervore spirituale, degli spazi della festa cristiana”. (C.D.L.)