Il cardinale Poletto presiede la Messa Solenne per la chiusura dell’Ostensione della
Sindone
Con una celebrazione eucaristica presieduta oggi pomeriggio nel Duomo di Torino dal
cardinale Severino Poletto, arcivescovo della città, si conclude solennemente l’Ostensione
della Sacra Sindone, iniziata il 10 aprile scorso. Nel tardo pomeriggio di ieri è
passato davanti alla Sindone il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. “Sono
commosso, grato a tutti coloro che hanno preparato un’Ostensione così bene orientata
a suscitare nei pellegrini sentimenti di contemplazione e preghiera verso la Passione
del Signore – ha detto al termine della visita – Davanti alla Sindone ho pregato a
lungo per tutta la Chiesa fedele e sofferente”. Quindi ha aggiunto: “Nonostante il
periodo difficile che sta attraversando la Chiesa e la società siamo fiduciosi”. Sono
stati oltre due milioni i pellegrini che si sono recati a venerare il sacro lino in
un mese e mezzo circa. Tantissimi i giovani che hanno voluto fare questa esperienza.
Ascoltiamo, al microfono della nostra inviata Emanuela Campanile, la testimonianza
di Maurizio Versaci, vice-responsabile della pastorale giovanile dell’arcidiocesi
di Torino:
“Possiamo
dire che i giovani che abbiamo incontrato ci hanno dato molto e forse hanno ricevuto
anche loro qualcosa. Noi abbiamo voluto che questo tempo dell’Ostensione fosse anche
un momento di incontro dei giovani. Giovani provenienti da esperienze diverse, non
solo luoghi diversi, che forse attraverso sia l’esperienza della venerazione della
Sindone, ma anche di tutto il contorno abbiano potuto vivere un’esperienza di incontro
fondamentale, forse, per poi proseguire il loro cammino di fede”.
Tanti
anche i giovani volontari che hanno accolto i disabili e le persone in difficoltà
giunte a Torino per l’Ostensione. Emanuela Campanile ha raccolto la riflessione di
don Maurizio De Angeli, direttore della pastorale giovanile:
“I giovani
che erano qui a fare anche l’esperienza del volontariato in qualche modo hanno aiutato
davvero tutti a incarnare quello che era un po’ il motto dell’Ostensione: ‘Passio
Christi, passio hominis’. Perché come diceva il Papa al Cottolengo: ‘voi siete Gesù
Cristo, non solo ci rimandate, ma ci rappresentate, Gesù Cristo’. Per cui l’esperienza
dell’accoglienza dei disabili è sempre un’esperienza molto forte che in qualche modo
pone delle domande fondamentali sull’esperienza della vita e della vita dei giovani,
in particolare”.