Anno Sacerdotale. Annunciare il Vangelo nel web: la testimonianza di un padre domenicano
“Un sacerdote risponde”: s’intitola così la rubrica ospitata dal sito Internet www.amicidomenicani.it.
A curarla è padre Angelo Bellon, sacerdote appartenente all’Ordine dei Domenicani
e docente di Teologia, il quale risponde tramite web alle tante domande che i fedeli
pongono sui principali temi teologici. Residente in Piemonte, padre Angelo ha sentito
la chiamata alla vita consacrata sin da bambino. Al microfono di Isabella Piro,
per la nostra rubrica dedicata all’Anno Sacerdotale, ascoltiamolo raccontare com’è
nata la sua vocazione:
R. – Potrei
dire che è nata prima di me, nel senso che non ho mai avuto – anche da piccolo – altra
idea che quella di diventare sacerdote. Ricordo precisamente che la sera antecedente
la Prima Comunione, il parroco mi suggerì di domandare al Signore la grazia di diventare
un sacerdote. Probabilmente il parroco era consapevole di quello che ha scritto Santa
Teresina del Bambino Gesù, nella “Storia di un’Anima”, e cioè “che il Signore non
nega nulla di quello che Gli domanda un bambino nel giorno della Prima Comunione”.
D. – Perché ha scelto poi l’Ordine dei Domenicani,
dei predicatori per eccellenza, potremmo dire?
R.
– Questa scelta non è nata da me. Avevo incontrato un padre domenicano, avevo parlato
con lui e questo padre si era convinto che io dovessi diventare domenicano. E devo
dire che l’Ordine domenicano era fatto proprio per me: mi ritrovo in pieno nella dottrina
di San Tommaso, nel fatto che nell’Ordine domenicano si vive all’interno della comunità
la vita contemplativa, la vita di comunione con Dio, in cui ci si prepara per lo studio
e per la predicazione, per comunicare poi con il nostro prossimo “ex abundantia cordis”.
D. – Lei oggi è un uomo felice? Se tornasse indietro
rifarebbe la stessa scelta della vita consacrata?
R.
– Felice, lo sono. Sul fare la scelta della vita consacrata, nessuno di noi diventa
sacerdote di propria iniziativa. E dunque io sarei felicissimo che il Signore – se
dovessi rinascere di nuovo – mi chiamasse al sacerdozio e all’Ordine domenicano. Mi
pare di poter trovare il motivo nelle parole che Gesù ha usato con la Samaritana:
“Chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete”. San Tommaso commenta:
“Non avrà più sete di altre acque, perché si innamora ormai di questa”. Posso dire
che la vita del sacerdozio ed anche la vita nell’Ordine domenicano, la scopro e la
amo sempre di più. Se in tanti matrimoni si può dire che l’amore, con l’andare del
tempo, si affievolisce, Gesù invece, che è roveto ardente, ci porta ad un amore, ad
un fascino e ad un innamoramento sempre più grande.
D.
– Padre Angelo, lei oggi cura la rubrica “Un sacerdote risponde” sul sito internet
www.amicidomenicani.it Come è nata l’idea di dialogare con i
fedeli tramite il web?
R. – È nata in maniera molto
fortuita, perché un giovane del nostro gruppo era stato trasferito per motivi di lavoro
in un’altra regione e per Natale aveva voluto farci una sorpresa: decise di creare
un sito, quello di “amici domenicani” in cui i suoi amici potessero interloquire con
lui. Ben presto, però, si è sentita l’esigenza anche del sacerdote per puntualizzare,
su tanti problemi, quali fosse la dottrina della Chiesa. Si è inserita così questa
rubrica “Un sacerdote risponde” alla quale io provvedo.
D.
– Quali sono i dubbi, le perplessità, le domande che i fedeli le pongono con maggior
frequenza?
R. – Un terzo riguarda problemi di teologia
dogmatica, con particolare riferimento ai Sacramenti e specificatamente alla Confessione;
un altro terzo riguarda i problemi della bioetica, della giustizia e con particolare
riferimento ai problemi della vita affettiva e della vita matrimoniale. Il resto delle
rimanenti domande riguarda argomenti vari, argomenti di pastorale.
D.
– Nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, il Papa invita
i sacerdoti ad annunciare Cristo nel mondo digitale, dando però – possiamo dire –
un’anima al web. Lei come mette in pratica questo invito?
R.
– Lo metto in pratica cercando di partire dal convincimento che Cristo è l’Alfa e
l’Omega di tutte le cose, di tutti i sentimenti, delle parole e quindi il criterio
è quello di far vedere come tutto debba convergere in Gesù Cristo. Dando il punto
di riferimento a Cristo, le nostre risposte diventano anche più chiare.