2010-05-22 16:03:23

Ultime proiezioni al Festival di Cannes


Ultimi film a Cannes prima del verdetto che assegnerà la Palma d’Oro del 63.mo Festival del Cinema e ultime delusioni nella competizione internazionale che mai come quest’anno ha sofferto delle contrazioni di un mercato cinematografico condizionato dalla crisi economica. Sono passati in questi due giorni titoli che, nonostante abbiano come comune denominatore la Storia, rischiano di non lasciare traccia nella memoria degli spettatori. “Fair Game”, di Doug Liman ripercorre stancamente un caso che ha scosso l’America: la costruzione della menzogna dell’uranio arricchito in mano a Saddam Hussein che determinò l’invasione dell’Iraq. “Hors La Loi” di Rachid Bouchareb traccia metodicamente il percorso strategico seguito dal Fronte di liberazione nazionale algerino per giungere all’indipendenza del Paese, tra eccidi di colonizzatori francesi e terrorismo della guerriglia. “Route Irish” di Ken Loach racconta amaramente la vicenda di un militare inglese, intento a rimediare con la violenza agli errori dell’ingiusto conflitto iracheno. “L’esodo. Sole ingannatore 2” di Nikita Mikhalkov celebra, con una certa vis retorica, la resistenza russa all’invasione nazista nell’ultimo conflitto mondiale. Tutte queste pellicole hanno dalla loro parte la forza dell’industria e vogliono essere al tempo stesso didattiche e spettacolari. Il problema è che tali intenti non sono sostenuti dall’ispirazione e finiscono per rivelare la loro natura di merce, in preda ad un’estetica che li destina più che allo schermo cinematografico, alla routine della televisione. Molto più interessanti risultano altri tre film, ripartiti fra Concorso e Certain Regard. “Tender Son – The Frankenstein Project” di Kornél Mundruczó segue con intensità emotiva e stile controllato l’educazione sentimentale di un giovane. “Octubre” di Daniel e Diego Vega è l’efficace ritratto di un usuraio del sottoproletarieto andino, alle prese con un trovatello, una solitudine disperata e grandi slanci mistici. “Hahaha” di Hong Sangsoo è un’agrodolce commedia umana i cui protagonisti, due amici, si confidano le rispettive vicende amorose, rivelando la volubilità dei sentimenti e il cinismo che sovente li accompagna. In questi tre casi il cinema non è più solo affare di mercato; la cura estetica, il rispetto etico delle situazioni ed i personaggi danno allo spettatore la sensazione di assistere ad una vera esperienza umana. E’ quanto avviene in maniera magica ed emotivamente sorprendente in quello che, a nostro avviso, è uno dei più bei film del concorso, “Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives” di Apichatpong Weerasethakul: proprio mentre il suo Paese è sull’orlo della guerra civile, il regista thailandese ci consegna una storia che attraversa i tempi, ricordandoci la quieta potenza dell’amore. Tratto dal libro di un monaco buddista, il film segue gli ultimi giorni di un uomo che, in imminenza della morte, ha accesso al regno dell’invisibile. Largamente infiltrato dal mito, esso si muove tra fantasmi, uomini diventati scimmie per amore, principesse consolate da divinità della natura, corpi e spiriti che si separano per aver ciascuno la propria visione del mondo. In attesa delle decisioni delle giurie, è questo il più bel commiato che il Festival ci potesse dare. (Da Cannes, Luciano Barisone)RealAudioMP3







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