"La Madonna in Michelangelo": presentato il nuovo libro di padre De Fiores
“Un’impresa di raro valore culturale che offre spunti e novità assoluti" nell’ambito
degli studi su Michelangelo. Così, mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio
Consiglio della Cultura, descrive l’ultimo volume scritto dal padre monfortano Stefano
De Fiores dal titolo “La Madonna in Michelangelo”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana.
Il libro contestualizza la produzione mariana del Buonarroti nell’orizzonte dell’umanesimo
e rinascimento, operando anche un’inedita incursione nel mondo femminile, rappresentato
dall’artista. Il servizio di Cecilia Seppia.
Tenerezza,
compassione, dolore, certamente pietà, ma anche discrezione, stupore pensoso e insieme
l’affidamento certo e totale al disegno divino che ha fatto di Lei strumento di salvezza
per l’uomo: sono alcune delle espressioni che il volto di Maria assume nelle diverse
raffigurazioni di Michelangelo, raccontate e descritte in questo volume, che tenta
di mettere in luce, usando la chiave teologica, quel rapporto privilegiato che il
genio di Caprese ha avuto con la Madonna. Sentiamo l’autore, padre Stefano
De Fiores: “La figura di
Maria attira moltissimo. Michelangelo fa di lei proprio il soggetto più raffigurato
e più amato e possiamo anche dire più riuscito perché la più bella statua in assoluto,
dicono, è senz’altro 'La Pietà' vaticana, dove c’è un’intensa partecipazione da parte
di Maria non con un dolore parossistico, sul tipo del paganesimo, ma un dolore molto
contenuto ed interiorizzato, che è proprio della visione cristiana. Con Michelangelo
abbiamo veramente un cantore della Vergine Maria, però diciamo che Maria è vista nella
sua umanità: non la dipinge né la raffigura mai coronata di gloria. Qui c’è davvero
l’influsso dell’Umanesimo. Lei, quindi, è molto più vicina a noi ed anche più imitabile”. Due
novità assolute emergono nel libro: la spiegazione dell’universo femminile, in tutto
27 rappresentanti, accanto ai 40 uomini di cui parla l’evangelista Matteo, che brulicano
e si agitano in quella parte della Cappella Sistina in cui sono raffigurati “gli antenati
di Cristo”: una novità rivoluzionaria a favore delle donne: parte fondamentale, per
l’artista di quell’umanità nella quale il Verbo si è incarnato. Ancora, l’appassionata
descrizione della Vergine raffigurata da Michelangelo, nel “Giudizio Universale”.
Maria qui si stringe rassegnata al Figlio: da una madre che intercede diventa una
fedele discepola che riflette l’atteggiamento di Gesù. Ancora padre De Fiores:
“Maria
è accanto al Cristo nello stesso alone di luce, è la prima salvata ma è anche molto
addolorata. Si passa dalla Maria spaventata alla Maria addolorata per la sorte dei
malvagi, che sono anche suoi figli e passiamo da Cristo, che prima era visto irato,
al Signore misericordioso”.
Uno sguardo nuovo dunque
su quel Grande e tormentato spirito Cristiano, che ha sempre visto nella madre di
Gesù, una stella polare.