2010-05-22 15:44:18

Carlo Casini: continuare con coraggio la battaglia per la vita


Con la partecipazione al Regina Caeli e la Benedizione del Papa, si conclude domani mattina la tre giorni di studio promossa dal Movimento per la Vita, in collaborazione con il Forum delle Associazioni Familiari e l’Associazione Scienza e Vita, su “Trentadue anni della legge 194”. Ma cosa è cambiato da quel 22 maggio 1978? E che tipo di contributo ha dato, se lo ha dato, il legislatore alla cultura della vita? Davide Dionisi lo ha chiesto al presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini:RealAudioMP3

R. – Io vorrei subito smentire un luogo comune, perché si dice che la legge 194 tutto sommato ha diminuito il numero di aborti: questo è assolutamente falso! Bisogna dirlo con chiarezza e non bisogna lasciarsi irretire dalle menzogne ripetute. In realtà è vero che gli aborti legali, quelli che hanno il timbro degli ospedali, hanno visto un andamento decrescente dal 1983 fino ad arrivare a 120-130 mila unità all’anno; ma c’è un fenomeno di abortività occulta, quella cioè dovuta a prodotti chimici che si prendono al Pronto soccorso, nelle farmacie, che ha certamente fatto lievitare il numero. Noi ci auguriamo che gli aborti siano comunque diminuiti, ma non lo sappiamo, anche se ne dubitiamo, ma ce lo auguriamo. Siamo però certi di una cosa: se sono diminuiti non è merito della legge, ma è perché c’è qualcuno che si batte anche contro la legge e soprattutto per la vita. Soprattutto i Sommi Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non hanno mai cessato di annunciare il valore della vita. Questo fatto, qualche effetto lo produce di sicuro: dei nostri bambini salvati, molti sono nati perché le mamme hanno ascoltato una parola che le ha incoraggiate, che le ha tolte dalla solitudine e le ha fatto ritrovare il coraggio della loro maternità. Se questo è capitato con noi, figuriamoci quanto più importante è la parola del Santo Padre e la parola della Chiesa.

 
D. – Lei è parlamentare europeo e ha posto l’accento più volte sulla centralità politica del diritto alla vita. Come coniugare tale impegno con i tempi e i luoghi, soprattutto quelli attuali della politica?

 
R. – Se uno dovesse guardare all’oggi e al domani e forse anche al dopodomani, dovrebbe scoraggiarsi. Ma questa battaglia della vita, questa questione del riconoscere l’uguale dignità di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale, è una battaglia, è un impegno, è una questione epocale, planetaria e non diversa da quelle che già in passato hanno investito l’umanità. Sono quegli impegni che richiedono molto tempo, ma che non devono far rassegnare. Dopo la legge sull’aborto, la Chiesa italiana emise un comunicato in cui si diceva: “La Chiesa non si rassegna e non si rassegnerà mai”. La politica è difficile così come le battaglie parlamentari: l’Europa su questo si perde spesso su queste tematiche, tutto vero, ma noi non dobbiamo rassegnarci. Dobbiamo guadagnare il terreno anche con le unghie e con i denti e, essendo io un ottimista inguaribile, mi sembra di notare che nonostante tutto qualcosa si può muovere: basti pensare alla paura che comincia a essere europea per il crollo delle natalità. Le questioni economiche non le risolveremo, se non nascono più bambini e allora con l’aborto come la mettiamo? (Montaggio a cura di Maria Brigini)

 
Intanto ieri il presidente della Lombardia Formigoni ha presentato il progetto “Nasko” che prevede un fondo speciale illimitato per evitare nella regione gli aborti dettati da motivi economici. Secondo stime ragionevoli in Lombardia, su un totale di oltre 20.800 interruzioni volontarie di gravidanza in un anno, sarebbero 7mila quelle dovute alla povertà. Ma come salutano l’iniziativa della Regione i centri di aiuto alla vita? Paolo Ondarza lo ha chiesto a Paola Bonzi, fondatrice e direttore del Cav della clinica Mangiagalli di Milano: RealAudioMP3








All the contents on this site are copyrighted ©.