Brasile: appello del Movimento per la Vita per uno Statuto del nascituro
Il Movimento per la difesa della vita ha invitato il popolo brasiliano a scrivere
ai deputati federali sollecitandoli all'approvazione dello «Statuto del nascituro».
Si tratta di un disegno di legge che mira a rendere esplicita la difesa del nascituro
fin dal concepimento e a contrastare l'aborto in Brasile. Un gruppo di parlamentari
favorevoli all'interruzione volontaria della gravidanza, attraverso tattiche ostruzionistiche,
era infatti riuscito a rinviare la discussione della norma nel mese di luglio. “Aiutaci
— si legge nella missiva stilata dal Movimento per la vita, di cui riferisce L’Osservatore
Romano — a proclamare la vittoria della difesa della vita in seno alla Commissione
di sicurezza sociale e della famiglia”. L'approvazione di tale progetto intende riaffermare
“il primo e più fondamentale di tutti i diritti, il diritto alla vita”. Per l’occasione
il Movimento per la vita in Brasile ricorda l'impegno, nella storia recente, contro
la violazione del diritto alla vita da parte della comunità internazionale. Nel 1948
fu solennemente approvata dall'Onu la “Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo”.
In essa, all'articolo 3, si legge: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà
e alla sicurezza”. Alcuni anni dopo, nel 1959, la “Dichiarazione dei diritti del bambino”,
sempre delle Nazioni Unite, stabiliva nel suo preambolo che: “Il bambino ha bisogno
di una protezione speciale, e concretamente giuridica, tanto prima della nascita
che dopo”. Dal canto suo l'Assemblea medica internazionale, del 1948, rielaborando
il giuramento d'Ippocrate, faceva promettere a tutti i medici: “Io osserverò il rispetto
assoluto della vita umana dal momento stesso della concezione”. Per quanto riguarda
il continente latinoamericano, il Movimento per la vita ricorda il Patto di San José
di Costa Rica del 1969 — il Brasile ne è stato firmatario — nel quale viene garantito
“il diritto alla vita del nascituro fin dal concepimento”. Da queste e altre solenni
dichiarazioni e accordi internazionali, nonché dall'esame dei diritti costituzionali
e civili delle nazioni più progredite, è stato giustamente dedotto che fino alla metà
del secolo XX c'era nel mondo una rilevante “omogeneità legislativa” di fronte alla
tutela della vita umana, anche del concepito non ancora nato: sia nella sfera del
diritto romano-germanico che nel sistema della common law delle legislazioni anglosassoni,
l'aborto e l'eutanasia erano valutati e proibiti come delitti. Lo Statuto del nascituro
è stato proposto nel 2007 da due deputati federali — additati dagli oppositori come
“antidemocratici” — i quali hanno dato voce a quanti in Brasile (l'80% degli elettori)
respingono l'aborto e difendono il diritto alla vita del nascituro. La finalità della
proposta legislativa è quella di far convergere il Brasile nel sistema degli impegni
assunti dai trattati internazionali a riguardo della difesa del diritto alla vita.
Una testimonianza in favore della vita che si iscrive nell'acceso dibattito a riguardo
del Piano per i diritti umani, che promuove l'aborto e le unioni omosessuali, al centro
nel gennaio di quest'anno, di forti critiche da parte dell'episcopato brasiliano.
Proprio in seguito alla forte opposizione espressa dalla Chiesa cattolica, il presidente
brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha ordinato la modifica della legge pro-aborto.
Nel nuovo testo è stata invece soppressa la parte che parla dell'autonomia della
donna; si è inteso così non dare facoltà di interrompere liberamente la gravidanza
fuori dal quadro delle norme vigenti: i casi di violenza e il rischio di morte per
la madre. (M.G.)