La religione promuove l'armonia e lo sviluppo: così il Papa al nuovo ambasciatore
della Mongolia
Questa mattina il Papa ha ricevuto anche l’ambasciatore della Mongolia, Luvsantersen
Orgil, per la presentazione delle Lettere Credenziali. Quest’anno, la Mongolia celebra
i 20 anni di democrazia, mentre nel 2012 festeggerà due decadi di rapporti diplomatici
con la Santa Sede. Nel suo discorso, Benedetto XVI ha espresso apprezzamento per la
libertà religiosa che vige nel Paese e solidarietà per le vittime del freddo polare
che ha colpito la Mongolia questo inverno. Il servizio di Isabella Piro:
“Esprimo
il mio apprezzamento per il supporto costante del governo della Mongolia nell’assicurare
la libertà religiosa”, ha detto il Papa, sottolineando come l’istituzione di una commissione
per la corretta applicazione della legge sulla libertà di culto rappresenti il riconoscimento
dell’importanza della religione nel tessuto sociale e del suo potenziale nella promozione
dell’armonia e della prosperità. “Religione e cultura – ha continuato Benedetto XVI
– espressioni correlate delle più profonde aspirazioni spirituali di tutta l’umanità,
servono naturalmente ad incentivare il dialogo e la cooperazione tra i popoli, al
servizio della pace e del corretto sviluppo”. E in effetti, ha aggiunto il Santo Padre,
“uno sviluppo umano autentico deve prendere in considerazione tutte le dimensioni
della persona, così che aspiri ai beni più alti, nel rispetto della natura spirituale
dell’uomo e del suo destino fondamentale. E ancora, il Papa ha ribadito che la Chiesa,
fedele al Vangelo, contribuisce allo sviluppo dell’intera comunità e coopera con il
governo mongolo per superare i problemi sociali, riservando particolare attenzione
nella formazione “umana ed intellettuale” dei giovani, educandoli così al rispetto,
alla solidarietà e dell’attenzione verso i meno fortunati.
Riferendosi,
inoltre, al 20.mo anniversario dell’instaurazione della democrazia in Mongolia, Benedetto
XVI si è detto fiducioso del fatto che “i grandi progressi compiuti in questi anni
continueranno a portare frutti al consolidamento di un ordine sociale che promuova
il bene comune dei cittadini”. Su questo piano, positivo naturalmente anche l’allacciamento,
avvenuto nel ’92, di rapporti diplomatici tra la Sante Sede e la Mongolia, “un segno
– ha detto il Papa - dell’impegno del Paese a migliorare le relazioni con l’intera
comunità internazionale”. Infine, Benedetto XVI ha espresso solidarietà alle tante
vittime del freddo polare che ha colpito la Mongolia nei mesi scorsi, con temperature
al di sotto dei 50 gradi, ed ha ribadito la necessità che i temi ambientali, in particolare
quelli legati ai cambiamenti climatici, siano affrontati a livello globale.
Dal
suo canto, l’ambasciatore Orgil ha assicurato che le tante risorse minerarie del Paese
– in particolare oro e rame - verranno investite nel welfare, nell’educazione e nei
servizi sanitari. Centrale, nel suo indirizzo di saluto al Papa, anche il ricordo
della moratoria della pena di morte, proclamata nel gennaio scorso, e l’impegno dell’esercito
mongolo in molte operazioni di pace dell’Onu.
Infine,
qualche dato: la piccola Chiesa della Mongolia conta 650 fedeli, decine di catecumeni,
87 missionari, 4 parrocchie. Numeri soddisfacenti per un Paese a maggioranza buddista,
che nel 1995 contava appena 14 cattolici.