2010-05-20 16:03:14

Afghanistan. Mons. Pelvi: morti per la pace i due alpini uccisi in Afghanistan


“Non sono morti invano: il sacrificio dei nostri militari non è solo per l’Afghanistan, ma anche per l’Italia e il mondo intero”. Così l’ordinario militare per l’Italia, l'arcivescovo Vincenzo Pelvi, ha dato l’estremo saluto ai due alpini morti lunedì scorso in Afghanistan, dei quali oggi sono stati celebrati i funerali di Stato nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma. Il servizio di Roberta Barbi: RealAudioMP3  
“Luigi e Massimiliano hanno scelto la professione militare perché volevano partecipare in modo attivo e creativo alla pace e hanno scelto di donare tutto di se stessi agli altri”. È un saluto commosso, quello pronunciato da mons. Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l’Italia, nell’omelia delle esequie solenni del sergente maggiore Massimiliano Ramadù e del caporal maggiore scelto Luigi Pascazio, morti tre giorni fa in un attentato nella provincia di Herat, in Afghanistan. Il loro è l’ennesimo tributo di sangue dell’Italia che li onora con i funerali di Stato, in una Basilica di Santa Maria degli Angeli gremita di gente, alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Commozione e lacrime già ieri all’arrivo delle salme a Ciampino e nel pomeriggio, nella camera ardente allestita nella cappella dell’ospedale militare del Celio, dove hanno sfilato molti esponenti politici ma anche tanti giovani, parenti e amici dei due soldati morti. Sia ieri in camera ardente, che oggi ai funerali, è stato presente anche Gianfranco Sciré, uno dei militari sopravvissuto all’attacco che, seppur ferito, ha voluto salutare i suoi commilitoni. Sulla loro scelta di non vivere per se stessi, concentrati solo sulle proprie soddisfazioni, ha insistito il ricordo di mons. Pelvi: “Le missioni di pace per i nostri giovani militari sono una questione d’amore – ha detto – per dare dignità e democrazia a chi piange e chi soffre nelle terre più dimenticate”. “Il loro servizio resta un evento scritto per sempre nella storia della pace, un patrimonio che deve irrobustire la coscienza nazionale unitaria degli italiani”. Al termine della celebrazione, un lungo applauso ha salutato l'uscita dei feretri, avvolti nel tricolore e portati a spalla ciascuno da sei commilitoni. Intanto, in Afghanistan, continuano le violenze: due forti esplosioni si sono verificate oggi a Jalalabad, è la terza operazione dei talebani in tre giorni. Sempre in queste ore, esponenti dei talebani hanno raggiunto le Maldive dove prenderanno parte a colloqui non ufficiali alla presenza di rappresentanti del governo e dei principali partiti afghani.







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