2010-05-19 15:03:39

La Comunità di Sant'Egidio rilancia il dialogo tra fedi e culture


La libertà del credo e il rispetto della diversità sono alla base della pace. Il dialogo interreligioso rappresenta quindi una delle sfide più urgenti e delicate dell’agenda internazionale. Così il presidente italiano Giorgio Napolitano ha salutato il convegno organizzato ieri a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio sul tema "Dialogo tra fedi e culture, la sfida della convivenza", al quale hanno preso parte rappresentanti delle tre religioni monoteiste. Servizio di Francesca Sabatinelli.RealAudioMP3
L’urgenza è puntare sul dialogo per affrontare e dare soluzione alle problematiche dell’oggi e del futuro, comprese quelle generate dalla grave crisi economica. E le religioni sono chiamate a dare il loro contributo, dialogando tra loro, alimentando il rispetto per l’altro. Gli ostacoli sono molti, primo fra tutti l’ingerenza della politica. Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni lo spiega chiaramente, citando i rapporti tra islam ed ebraismo, offuscati dal conflitto in Medio Oriente:

“Il problema dei rapporti ebraico-islamici parte da visioni identitarie differenti, in cui la dimensione politico-storica assume rilievo non indifferente ed è inevitabilmente collegato, legato, rovinato dalla dimensione politica di quello che succede nel vicino Oriente. Quindi, è molto difficile, tanto difficile, quanto necessario e imperativo”.

Della nociva presenza della politica ha parlato anche la preside della facoltà di Shari’a all’università del Qatar, Aisha al-Manna’i. “Lavoriamo per diffondere la consapevolezza del dialogo nel mondo arabo - ha detto - non senza difficoltà”:

(Parole in arabo)
“Il mio primo compito è di diffondere la cultura dell’amore per l’altro. Quindi, il nostro compito è di dialogare tra di noi, di capirci. Sono molti gli ostacoli. Primo, colui che dialoga qualche volta sente di avere ragione e che gli altri non ne hanno. Il secondo ostacolo, molto grave, è la politica, perché spesso noi dialoghiamo tra di noi, come fedeli, come dotti di questa religione o dell’altra, e viene la politica a rovinare tutto”.

L’incontro tra le diversità, ha spiegato Andrea Riccardi, fondatore della comunità, deve favorire la comprensione non certo l’antagonismo: 
“Credo che il dialogo sia una necessità, perché noi viviamo insieme nelle realtà dei nostri Paesi europei e viviamo insieme anche nel mondo islamico, viviamo insieme a livello mediatico e virtuale. Per vivere insieme ci si incontra, ma incontrandosi non si deve cozzare, ci si deve capire, e il dialogo è un’arte che noi dobbiamo apprendere e comincia dal rispetto e dall’accettazione dell’altro. La politica è dappertutto, la politica regge la società, regola le relazioni internazionali. Il problema è che la cultura del dialogo attraversi non solo le religioni, ma anche la vita politica e la cultura. Noi dobbiamo affermare la cultura che è dialogo, perché ogni vera cultura è dialogo”.







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