2010-05-19 15:45:20

Appello dei vescovi calabresi: valorizzare la coscienza religiosa della gente


“Dovete carissimi confratelli, e noi con voi, dimostrare dovunque e comunque la vostra sensibilità alle sollecitazioni che provengono dalla società, ben sapendo che questo nostro contesto, pur nobile per tradizione e cultura, è incisivamente intessuto, purtroppo, anche da fenomeni di diffuso malessere, malcostume, malaffare di ogni genere”. E’ quanto scrivono i vescovi calabresi nella loro lettera pastorale diffusa in questi giorni sottolineando che il mandato dei sacerdoti è di “orientare il comportamento cristiano ad agire evangelicamente”. “La forza morale di un popolo – si legge ancora nel documento ripreso da ‘Avvenire’ – si misura dalla capacità di resistere, dalla volontà di non soccombere davanti alle avversità della storia, della ‘ndrangheta e della natura”. Ai presbiteri viene quindi raccomandato di “favorire sempre più e meglio il coinvolgimento dei gruppi, dei movimenti, delle associazioni, a partire dall’Azione Cattolica”. Viene poi ribadita la responsabilità di educare, formare, catechizzare, evangelizzare con un mandato particolare: “perfezionare quello che è già valido e ottimizzare quello che è buono approfondendo, per esempio, la coscienza religiosa del popolo di Calabria”. Un popolo che sotto l’aspetto ecclesiale “non ha smarrito il senso della verità e neppure la coscienza del bene”. Quella che si incontra nelle diocesi calabresi è, infatti, “una religiosità spontanea, popolare, retaggio di una cultura che per secoli è stata quasi esclusivamente rurale”. “Dobbiamo prendere quanto di buono esiste – scrivono i vescovi calabresi – e incanalarlo verso la Parola di Cristo”. I presuli riservano infine un pensiero “a quanti vanno a cercare la pecorella smarrita” e a coloro che “sono continuamente minacciati e in pericolo di vita perché l’onestà, la purità e la fedeltà a Cristo configgono con le mafie di varia natura”. (A.L.)







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