2010-05-18 14:15:03

L'incontro del Papa con i rappresentanti degli episcopati europei, occasione per superare le difficoltà puntando sul Vangelo


Con la sua persona e il suo esempio, a Fatima e a Lisbona, Benedetto XVI ci ha insegnato a pregare. La gente ha scoperto di nutrire per lui un grande affetto. Sono le impressioni del recente viaggio apostolico in Portogallo ricavate dal segretario del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), padre Duarte da Cunha, originario di Lisbona. Presente ieri all’udienza concessa dal Papa ai vertici dell’organismo episcopale europeo, padre da Cunha ha illustrato in sintesi – al microfono della collega della redazione inglese, Philippa Hitchen – gli argomenti trattati dalla Ccee al cospetto di Benedetto XVI e della Curia Romana:RealAudioMP3

R. – E' stato un incontro informale che ci ha permesso di raccontare e illustrare al Santo Padre e alla Curia quanto stiamo facendo a livello di Ccee con le Conferenze episcopali: quindi, la collaborazione, i progetti e i principali temi affrontati. Con il Santo Padre è stato un incontro molto bello, nel quale si poteva vedere anche la sua gioia per il viaggio in Portogallo, da dove è appena rientrato. Abbiamo avuto anche l’occasione per discutere delle difficoltà che si vivono Europa, che si sta allontanando dalle radici cristiane. Il Papa insiste molto nell’evangelizzazione e nella speranza. Abbiamo avvertito un grande conforto. Per l’Europa sono veramente molto importanti i vescovi e le Conferenze episcopali, appare un momento decisivo.

 
D. – E’ anche un momento difficile...

 
R. – Molto difficile, ma si capisce che non si può guardare solo ai problemi. La Chiesa non può rimanere chiusa sotto le minacce di coloro che, purtroppo ed è una cosa gravissima, hanno macchiato la Chiesa. La Chiesa deve continuare, perché c’è tanto da fare e non possiamo fermarci. Quato, certo, senza dimenticare e senza far finta che non ci siano i problemi, ma non possiamo neanche rimanere fermi in questi problemi. C’è il Signore Gesù, ci sostengono i Santi e quindi c’è la possibilità di riuscire ad andare oltre le difficoltà. Questo credo sia un segno anche a livello ecumenico, a livello della pastorale, dell’evangelizzazione, della celebrazione della fede, della catechesi. Ci sono tante possibilità, perché si vede che la gente ha sete di Dio e ha bisogno della gioia che viene dalla fede. Questa è la nostra missione, come dice il Papa è quella di testimoniare.

 
D. – Una reazione sulla visita del Papa in Portogallo: quali sono stati i momenti più emozionanti e più belli, per lei?

 
R. – uno dei più belli è stato a Lisbona: lo scenario era molto suggestivo, davanti al fiume, e soprattutto si vedeva il Papa veramente contento. E poi, ciò che il Papa ci ha detto è stato di una bellezza e di una forza incredibile. Ma anche vedere la folla di Fatima è stato veramente commovente: soprattutto si vedeva che la gente era contenta. Mi ha fatto molta impressione e mi ha commosso il silenzio, perché il Papa – ha sempre questa abitudine – ci ha fatto restare in silenzio dopo l’omelia e sono stati momenti incredibili: cinque minuti di silenzio in una folla di 500 mila persone, così come anche a Lisbona e a Porto. Questo momento di silenzio e di vera preghiera di una moltitudine di persone ci mostra come il Papa ci stia insegnando a pregare.

 
D. – Quali sono le cose che rimarranno di più dopo questa visita e che porteranno dei veri frutti?

 
R. – Forse l’immagine stessa del Papa. La gente ha capito che il Papa è una persona di fede profondissima, una persona di una gentilezza e di una sensibilità fortissime. Possiamo dire che la gente si è "innamorata" del Santo Padre, ancora più di prima. La seconda cosa riguarda certamente i suoi testi, che saranno sicuramente studiati ed approfonditi nei gruppi, nelle parrocchie. E in questo Internet è un vantaggio, perché permette ormai a tutti di avere rapidamente i testi. Il Papa riesce a dire le cose profondissime in modo così semplice che la gente dice: “Io ho capito, ho capito”. Anche questo colpisce molto. Infine, l’entusiasmo: abbiamo visto più di due milioni di persone che in un modo o in un altro sono stati con il Papa per quattro giorni. C’è una tale speranza e c’è un tale entusiasmo nella Chiesa che io sono sicurissimo porteranno frutto come segno dello Spirito Santo. E’ veramente un segno che c’è qualcosa di più grande rispetto alla nostra volontà.







All the contents on this site are copyrighted ©.