2010-05-18 08:02:59

Domani in Italia le salme dei due militari uccisi in Afghanistan


Sarà allestita questa mattina alla base afghana di Herat la camera
ardente per i due militari italiani morti ieri nel Nord Est del Paese, le cui salme saranno rimpatriate domani. Ancora gravi le condizioni degli altri due soldati feriti. Unanime il cordoglio del mondo politico e religioso. La Nato ha intanto definito eccellente il lavoro degli italiani per la pace, ma sul terreno la violenza continua, con un nuovo attacco stamane ai convogli dell'Alleanza: almeno 20 i morti. Il servizio di Barbara Schiavulli: RealAudioMP3

Sull’attacco di ieri ai militari italiani in Afghanistan si attende la relazione che il titolare della difesa farò oggi alle Camere mentre si riaccendono le polemiche sull’opportunità della missione nel paese asiatico. Cecilia Seppia, ha raccolto il commento di Andrea Margelletti, esperto di geopolitica:
 
“Non si può avere solo una soluzione militare, ma è necessario mettere sul tavolo tutte le realtà afghane. Solo adesso la coalizione internazionale, ovviamente in primis gli americani, si sono convinti che non è possibile soltanto utilizzare le armi, ma ci vuole una forte spinta politica. Dall’Afghanistan sono partite le minacce di Al Qaeda ed è fondamentale che quel Paese sia stabilizzato, affinché in Europa, negli Stati Uniti, la minaccia che proviene da quelle aree possa essere ridotta al minimo. Ricordiamo che è uno sforzo della coalizione internazionale: se un ingranaggio funziona molto bene, ma gli altri no, tutto il sistema non funziona”.

Le forze internazionali in Afghanistan hanno versato un pesante tributo di sangue, sono infatti 200 i militari, di diverse nazionalità morti, dall’inizio dell’anno nel paese. Ma come valutare questi sacrifici? Cecilia Seppia lo ha chiesto a Mons. Vincenzo Pelvi, Ordinario militare per l’Italia:

“Fatti del genere, come quello capitato in Afghanistan, segnano di sangue la storia della nostra nazione, ma direi diventano un seme ed un’opportunità di fiducia, perché si possa continuare a guardare ai popoli come ad un’unica e bella famiglia umana. Le missioni internazionali per la sicurezza e la concordia dei popoli sono un’esperienza di evangelica speranza. Il militare ha un’etica ed è l’etica del dono, del dono di sé, che è il senso vero del servizio ai popoli”.
 







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