Il cardinale Sepe: a Napoli ci sia posto per tutti
“Edificare una città in cui ci sia posto per tutti, anche e soprattutto per i più
deboli e i più poveri”. E’ l’appello dell’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio
Sepe, in un messaggio rivolto ai partecipanti alla manifestazione “Napoli città per
tutti – Napoli città per il mondo”, promossa ieri pomeriggio nel capoluogo campano
dalla Comunità di Sant’Egidio. “In questo modo – si legge nel documento ripreso dal
Sir - Napoli ritrova anche la sua missione nel Mediterraneo e nel mondo: essere città
non chiusa o ripiegata su se stessa, ma città di incontri, di scambi culturali e umani,
dove si vive l’accoglienza e la solidarietà, verso i vicini e i lontani. E verso quei
lontani che si fanno vicini, come gli immigrati”. In questi anni – ha ricordato il
porporato - “abbiamo visto immagini che non avremmo mai voluto vedere o assistito
a tragedie maturate nella miseria”. “Episodi di esplicito razzismo”, “piccoli e grandi
gesti di discriminazione, rifiuto, violenza”. “Questi fatti – ha precisato il cardinale
- ci addolorano perché coloro che tra di noi sono in maggiori difficoltà dovrebbero
essere circondati da maggiori attenzioni, da solidarietà. Per loro dovrebbero essere
anche predisposti servizi specifici”. Tali fatti – ha aggiunto il cardinale Crescenzio
Sepe - “sono ferite nell’anima della nostra città”. “Se non si riconosce più il bambino,
la donna, il povero, questo vuol dire che si è perduta l’umanità”. Tali episodi –
ha sottolineato il porporato fanno temere che “Napoli perda la sua anima”. Napoli
rischia di perdere “quella caratteristica che l’ha sempre distinta tra le città del
mondo: la sua umanità generosa, aperta, solidale, comunitaria”. “Napoli – ha proseguito
l’arcivescovo del capoluogo campano - deve essere una città per tutti”. “Ci vuole
determinazione, generosità, tempo, pazienza, molta pazienza, per la costruzione di
una convivenza che richiede, comunque, anche accettazione e rispetto delle regole”.
Tutti devono fare la loro parte. “Il rapporto che Napoli saprà costruire con le piccole
minoranze di sfortunati – ha osservato il porporato - sarà rivelatore della qualità
della nostra convivenza”. “Napoli – ha concluso - ritrovi il suo cuore antico! Riconosca
la sua vocazione per il futuro, scritta nella sua storia e nel Vangelo di Gesù Cristo
annunciato dalla Chiesa fin dai tempi della prima generazione cristiana”. (A.L.)