Una grande manifestazione d'affetto al Papa: il commento del cardinale Bertone e dei
leader dei movimenti ecclesiali
"Insieme con il Papa": è la scritta che stamani campeggiava su uno dei tanti striscioni
portati dai fedeli in Piazza San Pietro. Una grande manifestazione d'affetto filiale
a Benedetto XVI, come sottolinea il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone,
al microfono di Patricia Jauregui:
“La
manifestazione che si è svolta qui a Roma dice tutto l’affetto di cui è circondato
il Papa. Ma dice anche la volontà, i buoni propositi dei cristiani, dei cristiani
autentici - appartenenti alle diverse forze della Chiesa e ai diversi movimenti -
a rinnovare dal profondo del cuore la Chiesa, a fare penitenza per i peccati che sono
nella Chiesa e nel mondo e a risvegliare proprio l’impegno della testimonianza limpida,
chiara e coerente con il Vangelo di Cristo. Mi sembra che sia il senso più bello di
questa manifestazione e delle grandi manifestazioni in Portogallo”.
In
Piazza San Pietro dunque tanti movimenti, associazioni, comunità ecclesiali e parrocchiali
provenienti da ogni parte d’Italia. Cecilia Seppia ha raccolto alcune testimonianze:
R. – Siamo
qui come aggregazioni laicali per dimostrare al Papa ma anche al mondo la solidarietà
dei laici in questo momento particolare della Chiesa, perché la Chiesa non è fatta
solo di sacerdoti e vescovi ma è anche il popolo di Cristo, che siamo noi. Con questa
manifestazione vogliamo dimostrare che siamo con lui, che la Chiesa di Cristo è viva,
che nonostante siano state mosse in questi momenti tante cattiverie e accuse, queste
non trovano una conferma nel popolo di Dio.
R. –
Siamo qui perché siamo in famiglia, nel senso che tutta la Chiesa è chiamata a stringersi
attorno al Papa. La cosa bella è che non è lui che ci ha chiamato ma siamo noi che
siamo venuti a sostenerlo, anche se lui non ne ha tanto bisogno, perché comunque è
sicuro che sia il Signore che lo Spirito Santo sono con lui! Siamo noi che abbiamo
bisogno di lui in questo momento abbastanza difficile un po’ per tutti.
D.
– Questa è una piazza gioiosa, sembra che ci sia un clima sereno, eppure è anche un
modo per condividere il dolore che la Chiesa sta vivendo in questo periodo...
R.
– La cosa veramente bella è il fatto che il peso e il dolore si portano sempre insieme,
mai da soli. Non si è mai abbandonati nelle fatiche che uno fa nella vita. Credo che
questo sia fondamentale.
R. – Oggi siamo qui innanzitutto
per fare un po’ di festa non solamente al Papa ma per riconoscere ancora una volta
che lui è il nostro segno di Gesù Cristo sulla terra. Quindi, evidentemente, lui ha
già lo Spirito Santo che lo protegge da tutti gli attacchi che ha ricevuto. Sicuramente
è un po’ come un riaffermare il suo primato anche per quello che riguarda la nostre
umile sequela. Certo, è un momento di difficoltà ma penso che la Chiesa ne abbia avuti
tanti e grazie al Signore è sempre riuscita a venirne fuori.
D.
– C’è chi ha parlato di un “inverno della Chiesa” per i recenti fatti sugli abusi
dei minori. Oggi, però, sembra che tra i palloncini e questi festoni ci sia una nuova
primavera per la Chiesa...
R. – Oggi è l’Ascensione
e credo non ci sia un giorno più bello per risorgere tutti quanti e lo possiamo fare
solo intorno al Santo Padre, esprimendo solidarietà e vicinanza. Molto dipende dalla
preghiera che tutti i credenti potranno fare. Tutto il mondo cattolico è unito attorno
al Santo Padre proprio in spirito di comunione.
D.
– Perché oggi siete qui?
R. – Per manifestare il
nostro essere cristiani. Poi devo dire che partecipare insieme a tanti altri movimenti
dà uno spirito particolare a quest’incontro di oggi. Trovarsi insieme a tanti altri
e scoprire che alla fine non sei solo contro tanti giganti, ma siamo in tanti e facciamo
tutti la stessa strada.
R. – Siamo qui per pregare
per il Papa e con il Papa. Rinnovargli la nostra vicinanza, il nostro affetto significa
anche unirsi alla sua preghiera per tutta la Chiesa e soprattutto per le membra sofferenti
che in questo momento soffrono di più, sia vittime sia persone che hanno commesso
gravi peccati. Siamo qui anche per dire la nostra gioia, la bellezza che proviamo
nell’essere all’interno di questa bellissima esperienza ecclesiale.
Dunque,
tantissime le realtà ecclesiali presenti oggi in Piazza San Pietro. Ascoltiamo le
voci di alcuni leader di movimenti e comunità in questo servizio di Sergio Centofanti.
Migliaia
di appartenenti al Rinnovamento nello Spirito Santo sono giunti da tutta Italia per
essere presenti oggi al Regina Caeli di Benedetto XVI. Ascoltiamo il presidente nazionale,
Salvatore Martinez:
“Il Rinnovamento nello Spirito
ha aderito a quest’invito con grande convinzione. Ce ne siamo fatti promotori e interpreti
per dire che stiamo con il Papa e per il Papa. Con il Papa perché l’amore non sa tradire,
anzi, esprime visibilmente fiducia e fedeltà e poi per il Papa perché fa esercizio
di ‘Caritas in veritate’, non è soltanto un motto o un ideale ma un passo del suo
Pontificato. Sta facendo la verità, questo nostro mondo ha bisogno di verità. Anche
all’interno della Chiesa c’è bisogno di verità. La fede è sempre combattuta, la fede
conosce anche le cadute del peccato ma la Chiesa è viva, la Chiesa sta in piedi. I
laici e i movimenti ne sono espressione nella loro vitalità, nella bellezza e nella
forza che esprimono ogni giorno con la loro testimonianza”.
Ha
partecipato all’evento anche l’Azione Cattolica. Isabella Piro
ha sentito il presidente dell’Ac di Roma, Benedetto Coccia:
“E’
una presenza di preghiera affettuosa e filiale nei confronti del Papa. La preghiera
è, per noi cristiani, l’arma più forte per testimoniare la vicinanza al Papa e per
pregare per la vita della Chiesa, per i sacerdoti in questo Anno Sacerdotale, per
le difficoltà che la Chiesa sta vivendo. Naturalmente in questa preghiera sono comprese
anche le vittime degli errori che all’interno della Chiesa pure ci sono stati e come
il Papa stesso ha sottolineato. La Chiesa è fatta da persone che vivono la fragilità
dell’umanità. Bisogna, quindi, pregare affinché queste fragilità vengano superate.
Ma non vorrei rimanesse in ombra anche la preghiera per il ringraziamento del servizio
che tanti sacerdoti svolgono quotidianamente nelle nostre parrocchie, un servizio
che resta importantissimo”.
Massiccia anche la presenza
dei Neocatecumenali. Fabio Colagrande ha chiesto il perché di
questa vasta partecipazione a Giampiero Donnini, responsabile
della prima comunità neocatecumenale di Roma, quella dei Martiri Canadesi:
R.
- Perché in questo momento bisogna sostenere il Papa. Deve sentire che il popolo di
Dio è con lui e quindi l’affetto ed il sostegno di tutte le persone. Pietro è il fondamento
della Chiesa e quindi quando uno tocca Pietro, tocca la Chiesa come realtà umana e
divina.
D. – Lei crede che la campagna di stampa
che in molti casi ha cercato di attaccare Benedetto XVI abbia in qualche modo potuto
oscurare la sua immagine di fronte all’opinione pubblica?
R.
– No, assolutamente. Questo è il tentativo di una certa parte, ma nel popolo di Dio
ha suscitato un maggior affetto.
In tanti anche dalle
Acli, le associazioni dei lavoratori cristiani. Il presidente Andrea Olivero
spiega, al microfono di Fabio Colagrande, perché sono giunti in così tanti
in Piazza San Pietro:
“Noi crediamo che sia importante
che quella colpa di cui Papa Benedetto ci ha detto così bene in questi ultimi giorni
- e che, in qualche modo, è stato lui stesso per primo ad individuare con forza e
con grande coraggio - debba essere sentita come croce da parte di tutti noi. Non possiamo
lasciare che siano soltanto i nostri pastori a vivere questa sofferenza, che è una
sofferenza di tutto il tessuto ecclesiale. Al contempo dobbiamo anche assumerci degli
impegni per il futuro: innanzitutto quello di non lasciarci intimorire e spaventare
dal peccato ma invece rilanciare in un’ottica di rinnovata volontà, rimettersi nell’ambito
dell’educazione, del servizio. In queste settimane, talvolta anche in maniera ingenerosa,
ci si è dimenticati di mettere in luce tutte le cose che la Chiesa sta facendo a difesa
dei più deboli. La Chiesa, nei secoli, è stata il primo soggetto nell’ambito dell’educazione,
della tutela e del sostegno proprio a coloro che venivano violati, coloro che subivano
in tanti modi violenza e tuttora subiscono in tanti Paesi molteplici offese”.