2010-05-16 14:12:05

Mons. Celli nella Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: la Chiesa sempre più impegnata nella pastorale del mondo digitale


“Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”. E' questo il tema dell’odierna 44.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. “Attraverso i moderni mezzi di comunicazione – sottolinea Benedetto XVI nel Messaggio per l’occasione pubblicato il 24 gennaio scorso – il sacerdote potrà far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo, coniugando l’uso opportuno e competente di tali strumenti, con una solida preparazione teologica ed una spiccata spiritualità sacerdotale, alimentata dal continuo colloquio con il Signore”. Sul significato di questo messaggio, Philippa Hitchen ha intervistato mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali:RealAudioMP3

R. – Il messaggio non è rivolto solamente ai sacerdoti ma è rivolto a tutti perché è la Chiesa in quanto tale, quindi sacerdoti e fedeli laici impegnati, che deve riprendere consapevolezza di questa sua responsabilità nel campo dei media, in questa cultura digitale. Certo è che nel contesto della Chiesa i sacerdoti giocano un ruolo particolare e il Papa sottolinea in maniera molto esplicita che si tratta di una pastorale vera e propria nel campo creato dalle nuove tecnologie. Il Papa, nel suo messaggio, fa rilevare che dobbiamo esercitare una diaconia, un servizio, nel campo della cultura digitale. Qualcuno, recentemente, mi domandava: ma esiste veramente una cultura digitale? Tutto dipende da che contenuto noi diamo alla parola “cultura”. Una cosa però è certa: le nuove tecnologie hanno cambiato la nostra vita e, allora, credo che chi svolge un ministero sacerdotale debba vedere anche come suo campo di pastorale il mondo dei media.

 
R. – Il tono del messaggio è molto positivo e incoraggia tutte queste possibilità, ma è anche vero che ci sono grandi preoccupazioni, grandi sfide in questo mondo digitale?

 
R. – Il Papa in questi suoi ultimi messaggi guarda le nuove tecnologie con interesse, ne percepisce anche l’offerta concreta che le nuove tecnologie possono offrire all’annuncio della Parola. Perché - è innegabile - rimane sempre valida la missione affidata alla Chiesa, quella di annunciare la Parola, l’unica parola che salva. Però è anche vero, e ne siamo pienamente consapevoli, che le nuove tecnologie danno ampio spazio anche a ciò che va a detrimento dell’uomo, che influisce negativamente sulla vita dell’uomo. Io, alle volte, sottolineo sorridendo che l’uomo di oggi è molto attento all’ecologia e – direi – giustamente: è attento all’aria che respira, all’acqua che beve, ai cibi che gli vengono offerti. Però è meno attento a una ecologia spirituale. Vuol dire che è meno attento a tutto ciò che oggi la società alle volte ci offre anche di meno degno, di meno rispettoso per la dignità dell’uomo. Direi che il Papa – io l’ho sottolineato varie volte – non è ignaro di queste difficoltà, anzi lui stesso nel messaggio dello scorso anno sottolineava alcuni limiti della cultura digitale. Ecco perché credo che in questo settore chi è preposto, quindi quel sacerdote che si assume in maniera esplicita una pastorale nel mondo digitale, deve essere consapevole. Ed è qui ancora di più l’attenzione della Chiesa. E’ innegabile, oggi che le nuove tecnologie non aiutano al silenzio e io mi domando che spiritualità vera, profonda, possa esserci se l’uomo non sa godere di certi momenti di silenzio! (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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