Il Brasile scende in campo nella mediazione con l’Iran in merito al suo programma
nucleare. Al via oggi a Teheran i colloqui fra il presidente Lula e il suo omologo
Ahmadinejad, con l’obiettivo di trovare un accordo sulle proposte della comunità internazionale
per evitare nuove sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Nel Paese è giunto
anche il capo della diplomazia turca per incontrare i vertici locali. Ma come valutare
l’impegno del Paese sud americano in questa fase? Eugenio Bonanata lo ha chiesto
ad Alberto Negri, inviato speciale del ‘Sole 24 Ore’: R. – Adesso
il presidente Lula si propone anche come un protagonista di una scena più internazionale,
più ampia che non quella dell’America Latina. Ha detto che cercherà di fare del proprio
meglio per convincere l’Iran a cooperare con la comunità internazionale. E’ interessante
sottolineare che il presidente russo Medvedev ha detto che questa missione brasiliana
potrebbe essere addirittura l’ultima chance, per l’Iran, prima della prossima riunione
del Consiglio di Sicurezza che dovrebbe decidere nuove sanzioni.
D.
– Quante possibilità di successo ha Lula in questa sua missione? R.
– Non è detto che questa possa essere una missione definitiva. Certamente vediamo
che intorno al nucleare iraniano si stanno agitando una serie di attori internazionali
anche nuovi. Il il Brasile in primo luogo e poi la Turchia, che si propone forse come
luogo di scambio se eventualmente ci fosse l’accordo sull’uranio arricchito da parte
del Brasile con l’Iran. D. – Fra l’altro, il Brasile appoggia
molto questo ruolo della Turchia... R. – Sì, certamente, anche
perché ha preso atto di una realtà. Il mondo musulmano, come abbiamo visto – soprattutto
il Medio Oriente – non è più il mondo arabo, anzi il mondo arabo - se vogliamo -
è un po’ in seconda fila. Le due potenze emergenti della regione sono l’Iran e la
Turchia. La Turchia che, naturalmente, ha una sua proiezione occidentale molto forte
e nell’ultimo anno – soprattutto con il governo di Erdogan – ha definito ancora di
più la propria posizione. Basta guardare lo scontro che c’è stato con Israele sulla
questione palestinese e su Gaza, l’appoggio dato alla Siria, i rapporti sempre più
frequenti con l’Iran stesso, insomma la Turchia è un Paese-chiave della regione.