Violenze in Thailandia: oltre 20 morti. La Chiesa denuncia: interessi faziosi
Con violenze meno estese rispetto a ieri, Bangkok sta vivendo oggi la sua seconda
giornata di guerriglia urbana con nuove vittime: il bilancio complessivo delle ultime
ore sale ad almeno 22 morti ed oltre 150 feriti. Il presidente della Conferenza episcopale
della Thailandia, mons. Louis Chamniern, arcivescovo di Thare e Nonseng, tenta una
mediazione per evitare ulteriori spargimenti di sangue e alncia una forte denuncia.
Il servizio di Fausta Speranza
Esplosioni
e spari a nord e a sud del presidio delle cosiddette camicie rosse, i manifestanti
che da tre mesi occupano il distretto commerciale di Bangkok in segno di protesta
contro l'attuale governo: chiedono lo scioglimento del Parlamento e la rimozione del
primo ministro Vejjajiva. La settimana scorsa c’è stata una tregua in cui si è parlato
di elezioni anticipate a novembre, ma le camicie rosse hanno posto condizioni che
non sono state accettate. Dunque l’esercito ha isolato il presidio e tagliato luce
e rifornimenti. Secondo il governo, nell'accampamento, sono rimaste 6mila persone,
mentre qualche settimana fa arrivavano a 30mila. I manifestanti ammettono che scarseggiano
le provviste alimentari. Poco fa l’ultimatum: i soldati disperderanno i manifestanti
se non lasceranno il presidio. E di fronte al timore di ulteriori violenze e sofferenze,
la Chiesa locale ha reso pubblico, attraverso l’Agenzia Fides, un appello al dialogo
sottolineando che "leader buddisti, cristiani e musulmani potrebbero contribuire a
esplorare nuove vie di dialogo e di mediazione, per una soluzione pacifica”. Il presidente
della Conferenza episcopale della Thailandia spiega che il governo accusa i leader
della protesta di essere ‘nemici della Coronà e ‘traditori della patrià, ma sembra
un modo per screditare la protesta agli occhi della nazione. L’esecutivo – raccomanda
– dovrebbe esercitare maggiore pazienza nell’esplorare ancora nuove strade di dialogo
e denuncia: entrambe le parti guardano solo ai propri interessi e non al bene comune.
Il presidente della Conferenza episcopale thailandese non nasconde la preoccupazione:
sarebbe un’ultima possibilità, - dice - prima della “guerra civile” che rischia di
insanguinare la nazione. E resta da dire che qualche ora fa è intervenuto il segretario
generale dell’ONU, Ban Ki-moon: ha rivolto un appello tanto ai manifestanti quando
alle autorità thailandesi affinchè facciano tutto ciò che è in loro potere per evitare
ulteriore violenza. Kirghizistan: annunciata la presentazione
a breve della nuova Costituzione Il Consiglio costituzionale del Kirghizistan
si appresta a sottoporre al governo provvisorio di Bishkek la bozza finale della nuova
costituzione del Paese, lo ha annunciato il presidente dello stesso Consiglio, Omurbek
Tekebayev, che si è riunito oggi nella capitale kirgiza. Il responso del governo provvisorio
è atteso entro il prossimo 20 maggio e se il testo verrà approvato sarà a quel punto
reso pubblico, ha affermato ancora Tekebayev. 60 persone sequestrate da talebani
in Pakistan Commando armati, presumibilmente di talebani del Pakistan, hanno
compiuto oggi nel nord-ovest del Paese una serie di sequestri, catturando almeno 60
persone. Secondo fonti ufficiali, il gruppo più importante di rapiti è formato da
33 dipendenti della Water and Power Development Authority (Wapda) bloccati nella regione
tribale della Kurram Agency, alla frontiera con l'Afghanistan.
30 talebani
uccisi in Afghanistan Una trentina di talebani sono stati uccisi in Afghanistan
nelle ultime 24 ore nel corso di operazioni militari afghane e internazionali. Riferendosi
ad un attacco degli insorti ad un convoglio di autobotti che trasportavano carburante
per la Nato nella provincia di Ghazni, il ministero della Difesa ha indicato a Kabul
che un reparto militare afghano giunto sul posto ha ucciso sei talebani e ne ha feriti
altri tre. Inoltre, nella provincia settentrionale di Baghlan truppe miste afghane
e della Nato hanno ucciso nove talebani in scontri nel distretto di Dana Ghori, secondo
quanto ha reso noto il portavoce della polizia provinciale, Jawid Basharat. In un
altro comunicato, il ministero della Difesa afghano ha segnalato che in una serie
di scoppi di rudimentali ordigni collocati dai talebani, due soldati sono morti e
altri sei sono rimasti feriti nelle province meridionali di Zabul, Uruzgan e Helmand.
Infine altri 15 insorti sono stati uccisi ieri da reparti afghani e della Nato in
varie operazioni nelle province di Nangarhar, Baghlan, Logar e Kandahar.
Karzai
fa tappa a Londra Il presidente afghano Hamid Karzai, di ritorno da Washington,
ha deciso di fare uno scalo non programmato a Londra per incontrare il neo premier
britannico David Cameron. Lo scrive oggi l'agenzia di stampa afghana Pajhwok. Senza
fornire particolari dell'incontro, l'agenzia indica che il colloquio permetterà ai
due di scambiare le loro opinioni sulla congiuntura militare e politica in Afghanistan
ed esaminare le possibili vie d'uscita dalla crisi. Fra i possibili temi di discussione,
il piano di transizione annunciato dal presidente statunitense Obama, la Jirga (Assemblea)
consultiva di pace del 29 maggio e la Conferenza internazionale di Kabul del 20 luglio.
Dopo un’allerta-incendio, ripreso il traffico di Eurostar Eurostar
ha annunciato a metà mattina la ripresa del traffico dei treni tra Francia e Inghilterra
sotto la Manica, bloccato dopo un'allerta incendio alle 9.30. La ripresa del servizio
è stata possibile dopo la riapertura parziale del tunnel, secondo le informazioni
fornite a Londra da Eurostar ed Eurotunnel, le due società che gestiscono rispettivamente
i treni e la galleria. L'allarme è scattato quando è stato visto del fumo uscire da
una navetta per il trasporto di camion che stava viaggiando nel tunnel sud, quello
che va dalla Francia verso la Gran Bretagna. A quel punto tutto il traffico è stato
bloccato per precauzione ma Eurotunnel ha ben presto dato luce verde per la riapertura
del tunnel nord in attesa di verifiche su quello sud.
Onu: preoccupazione
per il rimaptrio dei richiedenti asilo in Francia La Commissione dell'Onu contro
la tortura si è detta preoccupata per la sorte dei richiedenti asilo in Francia e
in particolare per quanti vengono rinviati verso quei Paesi dove possono essere sottoposti
a torture o maltrattamenti. In un rapporto reso pubblico ieri a Ginevra, la Commissione
“deplora il fatto di essere stata chiamata in causa per casi relativi al rinvio di
individui verso Paesi dove rischiano di subire pene o trattamenti crudeli, inumani
o degradanti”. Il rapporto, che è stato redatto da un gruppo di esperti indipendenti,
rileva inoltre che “il 22 per cento delle richieste di asilo presentate nel corso
del 2009 sarebbero state vagliate con una procedura cosiddetta 'prioritarià che non
prevede il ricorso sospensivo in caso di parere negativo iniziale”. La Commissione
dell'Onu rileva inoltre che i richiedenti che si trovano in un centro di accoglienza
devono presentare la domanda entro cinque giorni, un tempo insufficiente questo per
presentare una documentazione completa e credibile. L'organismo dell'Onu chiede perciò
alle autorità di concedere un lasso di tempo e garanzie adeguate a chi intende chiedere
asilo in Francia. Condannato a morte l’autore dell’aggressione
a bimbi in un asilo in Cina Xu Yuyuan, l'uomo comparso oggi in tribunale con
l'accusa di aver aggredito a colpi di coltello e ferito 29 bambini e tre adulti, in
una scuola della città cinese di Taixing, è stato condannato a morte. Lo ha annunciato
l'agenzia Nuova Cina. I giudici l'hanno riconosciuto colpevole di omicidio intenzionale,
anche se nell'aggressione non ci sono stati morti. Al processo, durato solo mezza
giornata, hanno assistito circa 300 persone. (Panoramica internazionale a cura
di Fausta Speranza) Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIV no. 135 '
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