2010-05-15 15:06:54

Campagna della Focsiv per il diritto al cibo


Oggi e domani torna in 700 piazze italiane la campagna “Abbiamo RISO per una cosa seria” su iniziativa della Focsiv, la Federazione italiana che riunisce numerose organizzazioni del volontariato cristiano. Obiettivo è raccogliere fondi a sostegno di progetti di diritto al cibo nel Sud del mondo: con soli 5 euro si riceve un pacco da un chilo di riso della qualità Thai del commercio equo e solidale. Si può inoltre effettuare una donazione on line sul sito www.focsiv.it; saranno coinvolti oltre 2000 volontari, ma anche studenti, scout, gruppi parrocchiali e missionari. Gabriella Ceraso ne ha parlato con Sergio Marelli, direttore generale della Focsiv:RealAudioMP3



R. – Si tratta di 23 progetti condotti in Africa, Asia e America Latina proprio a sostegno dei piccoli agricoltori, perché noi siamo convinti che ripartendo dall’agricoltura su scala familiare si può risolvere il problema della fame nel mondo. Un problema che oggi è una cosa seria perché per la prima volta si è varcata questa soglia del miliardo di persone che soffre la fame nel mondo con un incremento negli ultimi due anni di duecento milioni.

 

D. – Sostegno agli agricoltori che cosa significa?

 

R. – Per esempio nel nordest dell’Ecuador il 70 per cento delle case è ancora senza energia elettrica. E’ un progetto che mira a formare e a sostenere la produzione di 320 famiglie di questa regione dell’Ecuador e, quindi, un impatto – direi – significativo in quella regione proprio in vista di garantire a tutti questo diritto fondamentale che è il diritto al cibo.

 

D. – Voi dite: non basta assicurare il sostentamento ai popoli più poveri ma è necessario che la sovranità alimentare diventi un diritto condiviso…

 

R. – Assolutamente, non è solo una questione di quantità. La Fao dice che in questo momento ci sarebbero alimenti e cibo per 9 miliardi di persone. E’ una questione anche e soprattutto di qualità: cioè, ogni popolo deve poter decidere cosa e come produrre per sfamarsi.

 

D. - C’è qualche bel risultato che possiamo raccontare?

 

R. – Per esempio, lo scorso anno i risultati che abbiamo ottenuto per sostenere la costruzione di una casa nella Repubblica Democratica del Congo dove molte ragazze erano accusate di stregoneria. Una nostra Ong si è occupata proprio di questo problema dando loro la possibilità di essere nutrite innanzitutto e poi di essere formate e avviate a un lavoro per garantirsi un minimo di reddito e poter diventare autosufficienti.

 

D. – Perché il riso? Non solo perché è un alimento ricco di valori nutrizionali…

 

R. – Comperare riso significa dare da mangiare a più del 70 per cento delle popolazioni povere del sud del mondo, distribuire e comperare riso del commercio equo e solidale è anche sostenere un circuito alternativo di commercializzazione più giusto, più equo, più a favore dei piccoli agricoltori delle popolazioni dei Paesi poveri.








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