Crisi greca: stasera al lavoro l' Eurogruppo, mentre l'euro sprofonda ai minimi storici
da 4 anni
Si preannuncia una nuova difficile settimana per i mercati internazionali. A Tokyo,
infatti, la quotazione dell’euro è crollata 1,22 sul dollaro, ai minimi degli ultimi
quattro anni. Sullo sfondo ancora i timori di contagio della crisi greca di cui si
discuterà questa sera nella riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles, puntando soprattutto
ad accelerare i piani di risanamento e le riforme strutturali nell’area. Intanto il
premier greco Papandreou annuncia una possibile azione giudiziaria contro le banche
americane per il ruolo che queste hanno avuto nella crisi del Paese ellenico. Dunque
nuova instabilità sui mercati e in borsa come oramai siamo abituati a vedere da una
decina di giorni. Andamenti altalenanti spesso determinati da semplici dichiarazioni
poi smentite. Cosa si nasconde dietro questa estrema fragilità?Gabriella Ceraso
lo ha chiesto a Mario Deaglio docente di economia internazionale all’Università
di Torino:
R. – Ci sono
chiaramente movimenti speculativi, che probabilmente si autoalimentano con comunicati
appropriatamente diffusi, che tendono ad indirizzare i capitali mobili. Ma sotto a
questo c’è una realtà strutturale molto profonda, che in parole povere è questa: in
un’ottica di 20 o 30 anni non c’è nessun Paese che possa andare avanti con l’ammontare
del debito che ha adesso. Allora, di fronte a questa non tenibilità dei bilanci pubblici
nel lungo periodo, prima o poi, speculazione o non speculazione, una certa sfiducia
è inevitabile. D. – Questa realtà, che abbiamo descritto così
critica, lei ritiene possa portare alla modifica di quelli che sono stati gli ultimi
assetti, equilibri nell’ambito del Vecchio Continente, parlo di politica economica,
e soprattutto mi riferisco all’asse franco-tedesco... R. – Credo
che ci sia un forte divario di interessi in questo senso, che abbraccia anche gli
Stati Uniti. C’è tutto un ordine mondiale che sta vacillando, che si sta adeguando
alla nuova potenza cinese, forse indiana, forse brasiliana. Non abbiamo gli strumenti
per vedere esattamente dove questo cambiamento e questa instabilità ci stanno portando. D.
– Altro fenomeno caratteristico di questi giorni è l’euro che scende. L’ultima soglia
toccata è stata inferiore ad 1,24 dollari. Si tratta dei minimi da 18 mesi. Potrebbe
essere un’occasione per rilanciare la competitività dell’Europa? R.
– Forse sì, perché noi abbiamo così uno stimolo alle nostre esportazioni. Probabilmente
è uno stimolo temporaneo e non strutturale, ma potremo cavalcare questa occasione.
Dobbiamo anche essere pronti ad avere un po’ più di inflazione. Quindi, io credo che
sarebbe ragionevole spostare i parametri di Maastricht e consentire un rapporto deficit-pil
del 4 per cento, invece che del 3 per cento, proprio per dare un po’ di fiato e vedere
se siamo capaci di inventare qualcosa, qualche nuovo settore, qualcosa che ci possa
dare da vivere nei decenni successivi. D. – Si torna a parlare
di austerità, di sacrificio. Siamo davanti ad una nuova fase, non solo di politica
economica, ma anche sociale... R. – La mia sensazione è che
non si esca da questa crisi soltanto con un nuovo assetto economico, ma con un nuovo
patto sociale. I termini possono essere questi, che bisogna garantire a tutti i giovani
un lavoro. Abbiamo la possibilità di farlo e abbiamo anche degli esempi funzionanti
di questo nei Paesi dell’Europa settentrionale. Bisogna trasferire la ricchezza alle
giovani generazioni non soltanto quando i vecchi muoiono, ma un po’ prima. E anche
su questo c’è qualche esperimento e qualche programma.