2010-05-14 15:40:03

Violenti scontri in Thailandia: almeno 5 morti


Drammatiche le ultime ore in Thailandia dove da ieri sono ripresi gli scontri tra esercito e camicie rosse che chiedono le dimissioni del premier e l’incriminazione del numero due dell’esecutivo per la dura repressione del mese scorso. Finora sono almeno cinque i morti e una quarantina i feriti, tra cui anche tre giornalisti, un reporter di France 24 e due thailandesi. Ma gli scontri sono destinati a continuare. I leader della protesta insistono: il premier Vejjajiva sciolga immediatamente il Parlamento o “questa notte ci sarà una grande tragedia”. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

L’esercito come annunciato, da ieri non dà tregua alle camicie rosse asserragliate vicino al quartiere finanziario di Bangkok da 5 settimane. All’isolamento totale con il taglio di elettricità e acqua ai presidi, i dimostranti hanno reagito dando fuoco a tre automezzi militari. E’ iniziata allora la carica dei soldati per uno sgombero forzato della zona intorno al quartier generale delle camicie rosse a Suan Lum, zona in cui si trovano anche numerose sedi diplomatiche ormai chiuse. Testimoni oculari parlano però di proiettili veri e non solo di lacrimogeni usati dai soldati, che avrebbero ferito anche tre giornalisti, vicini alla barricata. La protesta dilaga di ora in ora e non accenna a diminuire perché, come hanno ribadito i leader, si lotterà fino alla fine. Inutile finora l’appello dell’ex-premier in esilio Taksin Shinawatra al governo perché revochi lo stato d’emergenza e riprenda il negoziato arenatosi alla richiesta dei dimostranti di incriminare il responsabile della sicurezza interna per gli scontri dello scorso 10 aprile. Ma sulla drammatica situazione che sta vivendo il paese sentiamo la testimonianza di Stefano Vecchia raccolta da Bangkok qualche ora fa….

 
R. – Sono qui davanti alle barricate sulla Silom Road. I cecchini continuano a sparare. I soldati stanno cercando di aggirare la protesta e nel frattempo sono stati avvisati manifestanti dai loro leader che i soldati probabilmente stanno utilizzando la linea della metropolitana sopraelevata per prendere di sorpresa la gente che sta sotto. Ci sono già diversi feriti e la situazione è molto, molto tesa. Pare che il dialogo sia ormai praticamente soltanto un’illusione.

 
D. – Qual è la condizione delle persone? Perché questi presidi sono pieni di donne, di bambini e anche di anziani...

 
R. – Esattamente, questa è la situazione che permane. Quindi, evidentemente se ci dovesse essere una repressione indiscriminata farebbe numerose vittime anche innocenti.

 
D. – Erano previsti anche arrivi di nuove “camicie rosse” dalle province, di rinforzi...

 
R. – Sono confermati. Al momento hanno parlato di duemila, che stanno entrando in città. E’ anche una questione di tempo. Il presidente continua a guardare in aria e ha paura dei cecchini. Si è continuamente sotto tiro e bisogna continuamente restare in una posizione coperta.

 
D. – Quali potrebbero essere i prossimi passi, anche del governo?

 
R. – E’ estremamente difficile. Bisogna capire se tutte queste manovre sono solo una pressione, se vogliamo brutale, per convincere la protesta a sciogliersi, oppure se realmente la repressione ci sarà e sarà pesante.







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